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Giovedì, 18 Aprile 2024
Scuola

Dieta, salute e farine di insetti: a scuola si parla di agricoltura biologica e dieta mediterranea

Il progetto formativo si chiama “Nessuno escluso” e si è svolto in due istituti a Racalmuto e Palma di Montechiaro

All’istituto “Sciascia” a Racalmuto e al liceo ”Odierna” a Palma di Montechiaro si è parlato di buon cibo, agricoltura biologica e dieta mediterranea grazie al progetto formativo denominato “Nessuno escluso”.

Un incontro sulla sana alimentazione dove hanno avuto assoluta centralità i cibi processati fuori dai canoni di logica e ragione. “Nessuno escluso” ha simolato i più giovani in un’attività di riflessione e scelta che connettono direttamente alimentazione e salute.

A parlare di qualità dell’alimentazione e della centralità della dieta mediterranea è stata la biologa nutrizionista Laura La Vecchia, mentre il tenente colonnello Vincenzo Castronovo, comandante del Centro anticrimine natura (CAN) di Agrigento: ha discusso di norme e rispetto delle regole, del patto tra produttori e consumatori per evitare il rischio di scelte di consumo inappropriate e di corrispondenza tra prezzo e valore reale del cibo raccontando ai giovani studenti alcuni esempi dell’attività operativa del nucleo speciale dei carabinieri. Gli agronomi Giuseppe Craparo e Marco Terrana hanno illustrato i principi della tecnica di coltivazione biologica che risponde alla necessità di ottenere cibi sani che rispettano la salute dell’uomo e dell’ambiente, senza l’uso di prodotti di sintesi che, in quanto tali, non vengono riconosciuti dall’organismo e pertanto sono capaci di originare patologie di tipo cronico degenerativo. In questo contesto è stata rimarcata l’importanza della biodiversità come strumento per creare sistemi ecologici aziendali integrati con l’ambiente naturale per garantire produzioni sane, abbondanti e sostenibili anche dal punto di vista economico. Quella della qualità è “La grande sfida che possiamo vincere – ha commentato Lillo Alaimo Di Loro, presidente dell’associazione Humus promotrice dell’evento – come, d’altronde, dimostra la Sicilia, prima regione del biologico italiano, che vanta la rete ecologica regionale tra le più efficienti in Italia”.

Lillo Alaimo Di Loro, nel suo intervento, ha puntato l’attenzione tra l’altro sui pericoli, anche di tipo culturale, connessi all’ammissione di “nuovi cibi non convenzionali” non compatibili con le tradizioni alimentari dei territori. Come nel caso della recente introduzione delle farine di insetti tra le materie prime utilizzabili per la produzione di cibi processati a livello industriale. “Non sappiamo – ha detto - quale sia l’utilità nutraceutica, salutistica o anche semplicemente nutrizionale di una farina di grilli sgrassata che magari viene utilizzata al 10, 20 o 30 per cento in un biscotto che possiamo trovare ovunque. Il rischio è che si rompa il patto secolare tra territorio e cibo, territorio e cultura, territorio e dieta. La questione del cibo merita un’attenzione particolare, non tanto per questioni ideologiche quanto per una necessità pratica che va affrontata nei termini giusti, considerato che è in pericolo l’intero concetto di cibo come elemento culturale capace di legare l’uomo al suo territorio e alla sua salute. Il cibo, infatti, non fornisce solo energia per la ‘macchina corpo’ ma offre la possibilità di vivere sani ed essere felici. È necessario collegare a ogni cibo che mangiamo la sua precisa ragione, cioè la sua utilità in termini di benefici per il corpo perché, ed è stato detto più volte, “noi siamo quello che mangiamo”.

Al termine dei due incontri, Lillo Alaimo Di Loro ha consegnato ai due Istituti una copia del suo libro “La ragione del cibo”.

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