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"A scuola di OpenCoesione”, il team "Bread&Storm" del Linares di Licata avvia monitoraggio civico

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di AgrigentoNotizie

“Bread & Storm”: con questo nome il team degli alunni della 3°A sc. del Liceo “Vincenzo Linares” di Licata partecipa al progetto “A scuola di OpenCoesione” 2020-21. Il loro compito è quello di monitorare un intervento finanziato dalle politiche di coesione dell’Unione Europea, per verificare come queste intervengono per migliorare il contesto sociale. Gli studenti del Linares hanno scelto di occuparsi del potenziamento delle infrastrutture e, più precisamente, del centro polifunzionale di via Panepinto, atto a gestire situazioni di emergenza e a garantire alla comunità riparo e accoglienza in caso di calamità. Per il nome del team si sono ispirati alla località in cui è stata costruita la struttura, cioè via Panepinto, quindi alla parola “pane”, simbolo di accoglienza, ma anche al libro “Pane e tempesta” di Stefano Benni, perché il centro rappresenta la salvezza (bread) dalle tempeste (storm) della vita. I ragazzi hanno svolto una ricerca tanto impegnativa quanto stressante, per verificare quanti comuni, tra i 190 in Sicilia provvisti di un piano di intervento di protezione civile, avessero un’area polifunzionale di ammassamento e ricovero. Hanno racimolato questi dati contattando telefonicamente ognuno dei comuni in questione. Non sempre le risposte sono state soddisfacenti, ma hanno consentito loro di fare delle statistiche e di costruire dei grafici. Intervistando l’ex-capo della Protezione Civile Angelo Cambiano, hanno toccato con mano il prezioso lavoro che gli operatori di protezione civile svolgono ogni giorno a favore delle comunità e dei cittadini. Hanno, inoltre, potuto constatare che il piano d’intervento di Protezione Civile della città di Licata era ed è all’avanguardia e che costituisce un esempio per l’intera provincia. Nel corso dell'intervista, è emerso anche un punto che esula dal progetto monitorato, che tuttavia ha una grandissima importanza e non può essere trascurato, bensì posto in risalto: è fondamentale, per garantire oltre che migliorare la prevenzione e la capacità di fronteggiare i rischi, la perfetta simbiosi tra popolazione e Protezione Civile. Oggi, purtroppo, questa è quasi del tutto assente. La disinformazione è un morbo molto pericoloso e diffuso, pur essendo non troppo difficilmente estirpabile. Noi tutti, insomma, non dobbiamo solo essere pronti ad intervenire, ma assumere anche comportamenti responsabili che possano, in alcuni casi, prevenire il rischio stesso. Si chiede osservanza delle regole ma anche buon senso: in Italia manca la consapevolezza che la res publica (intesa anche come lo stesso spazio cittadino) è per l’appunto di tutti e va preservata, garantendo così, allo stesso tempo, la nostra sicurezza. L’antico broccardo latino honeste vivere, alterum non laedere, suum cuique tribuere (ossia vivere onestamente, non recare danno ad altri, attribuire a ciascuno il suo) deve diventare un nostro motto. Dovremmo vedere lo stato come un organismo, il quale funziona bene solo se ogni parte fa ciò che può e deve fare. Non dovremmo essere meri osservatori passivi, ma capire l’importanza che assumono anche i piccoli gesti quotidiani. Con il loro lavoro questi ragazzi si augurano di trasformare i nostri concittadini e, in particolare i loro coetanei, in cittadini europei più consapevoli. Se volete saperne di più, visitate il portale di “AScuoladiOpencoesione” e i loro social: Instagram, Facebook, Twitter e Tik Tok! Blog-> https://breadandstorm.blogspot.com/?m=1

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