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Tari e class action, Di Rosa: "L'assessore Fontana studi prima le norme"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di AgrigentoNotizie

Sarebbe il caso di dire all’assessore Fontana a seguito della dichiarazione da me resa il 22 luglio scorso relativa alla presentazione di una class action sulla questione della tassa dei rifiuti, che dovrebbe andare a studiarsi attentamente le norme e poi esporre il suo pensiero.

Preliminarmente va osservato che, seppur implicitamente, lo stesso conferma la totale inesistenza del Piano di intervento di che trattasi (obbligatorio per legge perché propedeutico alla stesura del Piano Economico Finanziario e non facoltativo come asserito).

Invero, quanto affermato dall'ex presidente regionale di Legambiente, sulla discrezionalità o meno della redazione del piano in questione contrasta fortemente con i due tentativi, già peraltro esperiti dal comune di Agrigento. Infatti nel preambolo del Piano Economico-Finanziario approvato con delibera consiliare, si legge puntualmente che il Piano è stato prima commissionato all’Ufficio Tecnico della Società Gesa, e poi nuovamente a una non meglio precisata Società di Ingegneria Integrata Ambientale, parrebbe per la modica somma di 60mila euro. A questo punto la domanda all'assessore Fontana sorge spontanea; ma il comune di Agrigento, ha così tanti soldi da buttare? Ma se una cosa non è dovuta, allora perché andare a spendere così tanti bei quattrini? La realtà, caro Fontana è ben diversa e sta nell’attenta lettura delle norme contenute nella legge regionale 3 del 2013.

Secondo la legge regionale 9 del 2010, le Srr dovevano sostituire le società d'ambito poste in liquidazione (e questo, si prevedeva andasse per le lunghe) e la norma, al fine di gestire in ambito i rifiuti, ha pensato bene di prevedere uno strumento transitorio nell’attesa della costituzione delle citate Srr. Cosicché ha previsto che: “i Comuni, in forma singola o associata, previa redazione di un piano di intervento, con relativo capitolato d’oneri  e quadro economico di spesa, possono procedere all’affidamento, all’organizzazione e alla gestione del servizio…”. Il termine ‘possono’ non vuol significare ‘discrezionalità’ come intende l’assessore Fontana, ma l’espediente per superare con una specie di “scappatoia-deroga”, all’obbligo di gestire i rifiuti in ambito sovracomunale. Infatti, in mancanza degli organismi previsti dalla legge, cioè le Srr  (se non fosse stata prevista la citata fase transitoria costituita appunto dal citato marchingegno) i sindaci sarebbero stati costretti ad emettere singole ordinanze contingibili ed indifferibili al fine di rimuovere le emergenze dei rifiuti, che certissimamente sarebbero sorte. 

Ma per evitare e prevenire ciò, il legislatore regionale, demandato da quello statale, ha potuto emanare un provvedimento di deroga, nella forma illustrata.

Altresì, al fine di garantire la coerenza nel territorio dell’Ambito Territoriale Ottimale, che attualmente persiste, (poiché è solo l’organizzazione amministrativa che è stata soppressa e non già quella territoriale), ha imposto che la gestione dei rifiuti, seppur transitoriamente anche in forma singola, fosse coerente col Piano d’ambito a suo tempo adottato.

Giuseppe Di Rosa

Coordinatore provincial "Noi con Salvini"
 

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