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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Maraventano inneggia alla mafia, il sindaco: "Umiliata un'intera comunità"

Fava: "Se nel 2020 a Catania è possibile che qualcuno dica impunemente da un palco che la 'mafia aveva sensibilità e coraggio', che Paese è ormai questo?". L'ex senatrice: "Frase infelice dettata dalla rabbia e dal momento terribile che sta vivendo il nostro Paese ma io mi sono sempre battuta contro tutte le mafie"

"Da lampedusano, prima ancora che da sindaco, prendo le distanze nel modo più netto dalle parole inneggianti alla mafia che sono state pronunciate da una esponente della Lega nel corso di una manifestazione pro-Salvini. Parole gravi, offensive, pericolose, che fanno capire che davvero qualcuno a Lampedusa ha perso il senso del limite e della decenza". Lo ha detto il sindaco di Lampedusa Totò Martello commentando le dichiarazioni - fatte a Catania - della "pasionaria", ex senatrice della Lega, Angela Maraventano. "Ma come si possono dire certe cose? Come si può parlare di 'sensibilità' e di 'coraggio' della mafia? Che insegnamento stiamo dando ai nostri ragazzi? - ha incalzato Martello - . Queste parole umiliano un'intera comunità. Il nome di Lampedusa deve continuare ad essere associato all'idea di pace, solidarietà, turismo, natura, bellezza. Deve essere associato alla passione ed al coraggio dei nostri pescatori. Perché questa è la vera Lampedusa".

L'ex senatrice dopo aver accusato il Governo "abusivo" di non impedire "l'invasione del Paese" e di essere "complice di chi traffica carne umana", ha inneggiato alla mafia:  La "nostra mafia che ormai non ha più quella sensibilità e quel coraggio che aveva prima. Dove sono? Non esiste più. Perché noi la stiamo completamente eliminando... Perché nessuno ha più il coraggio di difendere il proprio territorio" - ha detto sul palco di Catania Angela Maraventano - .

"E' stata una frase infelice dettata dalla rabbia e dal momento terribile che sta vivendo il nostro Paese ma io mi sono sempre battuta contro tutte le mafie, a cominciare da quella nigeriana" - ha spiegato l'ex senatrice della Lega ed ex vice sindaco di Lampedusa Angelo Maraventano - . Ho voluto solo scuotere le coscienze della gente - aggiunge - sul fatto che stiamo assistendo a una 'invasione' da parte dei migranti, con un governo complice. Ma tutto questo non vuol dire certamente che sono a favore della mafia, per me parla la mia storia". 

"Vergogna. Vergogna nera. Una ex rappresentante delle istituzioni, una siciliana che invoca la mafia sostenendo che questa avrebbe avuto il coraggio di difendere i territori - ha scritto Anthony Emanuele Barbagallo del Pd - . Uno sputo sulle tante persone che quel mostro che è la mafia ha ucciso. Uno sputo sugli innocenti uccisi, sui servitori dello Stato assassinati. Si vergogni. Lei e il partito che ha permesso questo scempio".

"Ma se un'ex senatrice della Lega, tale Angela Maraventano da Lampedusa, dice in un pubblico comizio e in presenza di Salvini che "la mafia non ha più la sensibilità e il coraggio che aveva", con chi ce la prendiamo: con questa analfabeta civile? Con Salvini che ascolta e non fa una piega? Con la sua tribù, analfabeta nel cuore, che applaude le parole di rimpianto della buona mafia come s'applaudivano nella Louisiana i linciaggi del KKK? - ha scritto, invece, Claudio Favara: presidente della commissione antimafia dell'assemblea regionale siciliana - . Se nel 2020 a Catania è possibile che qualcuno dica impunemente da un palco che la 'mafia aveva sensibilità e coraggio', e viene a dirlo in una terra in cui quei macellai ne hanno passati per le armi un migliaio, che Paese è ormai questo? Che diavolo c'entrano la politica, la destra e la sinistra, il gusto della polemica con la bestemmia gratuita? Una signora come la suddetta Maraventano è solo un'offesa al pudore, il piacere malato di parole ignobili e impunite - ha concluso Fava - . E quelli che adesso la difenderanno per partigianeria politica, quelli che faranno finta di nulla e si volteranno dall'altra parte, mi fanno pena. Talmente servi delle convenienze politiche da non avere nemmeno la libertà di provare ribrezzo".

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