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Elezioni per le ex Province, Uil: "Imboccata la strada giusta"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di AgrigentoNotizie

La Uil Provinciale interviene con Gero Acquisto e Fabrizio Danile alla luce del primo sì in commissione affari istituzionali all'Ars e al ritorno dell'elezione diretta degli organi della Provincia, Presidenza e Consiglio, con il probabile voto entro il 28 febbraio 2018.

I due sindacalisti affermano: “Finalmente abbiamo avuto un sussulto del parlamento regionale che in maniera quasi unanime, dopo 4 anni e passa di fallimenti conclamati da una riforma dell'ente intermedio che di fatto non è mai partito, sia tornato sui propri passi, attraverso la normale scelta dell’organo politico con l’elezione diretta, che speriamo avvii una fase migliore e più solida per le province o come si chiamano oggi Liberi Consorzi.

E' chiaro che il Presidente Crocetta dovrebbe chiedere scusa a tutti i cittadini siciliani, perchè, con la sua riforma epocale, a oggi ha creato solo disagi per il fatto che da quasi un lustro le Province (a noi piace chiamarle così), sono state azzerate e private del sale della democrazia e cioè l'organo politico. Finora abbiamo avuto un valzer di commissari nominati dal governo regionale che hanno inciso zero sull'attività politico-amministrativa e istituzionale; è chiaro che le colpe non sono solo ascrivibili a loro ma a chi non ha voluto capire che le Province hanno un ruolo sul territorio ancora pregnante.

Per entrare nelle specifico, a parte il tempo passato, tra referendum costituzionale (fortunatamente bocciato dagli italiani) e il continuo conflitto sulla legge specifica tra regione e governo centrale, è mancato di tutto. Basta vedere lo stato di abbandono delle strade provinciali (in provincia di Agrigento addirittura 18 sono chiuse), la manutenzione degli edifici scolastici di secondo grado, per non parlare della mancanza di un organo politico quale il Presidente della Provincia, che non vi è stato, perchè sostituito dai commissari in materie delicatissime come la gestione integrata dei rifiuti e del servizio idrico. Tra gli altri, non dimentichiamo il problema con i commissari pro-tempore e il Consorzio Universitario.

Noi riteniamo che i cittadini e i territori (parliamo dei 43 comuni della provincia) sicuramente troveranno nell'organo politico democraticamente eletto, un punto di riferimento. Anche perché, sempre per fare un esempio, un consigliere provinciale eletto di Canicatti' o della zona dei sicani o del saccense, se il territorio ha un problema di viabilità o contingente, può attraverso il ruolo di indirizzo e di controllo sollecitare l'amministrazione provinciale ad intervenire. Siamo inoltre d'accordo che è corretto applicare una riduzione dei componenti del 30% proprio per evitare vecchi vizi di organi pletorici che poi rischiavano di parlarsi solo tra di loro e rispettando anche la spending review per dare anche una certa sobrietà alla politica. E poi la cosa più pregnante è che l'organo politico una volta insediato deve spingere affinchè lo Stato centrale liberi i fondi economici per lo svolgimento e il funzionamento dell'apparato in carico all'ente e definisca una volta e per tutte le competenze e le materia su cui operano le Province, che secondo noi nel processo di decentramento amministrativo e politico possono certamente avere un ruolo importante e di cerniera come ente intermedio e di interconnessione in tutto il territorio provinciale."

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