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Approvato dl sulla Spending review: cosa succede ad Agrigento

Dimezzata la spesa per le province italiane. In Sicilia possibili accorpamenti: spariscono 3 province siciliane. Aumento di due punti dell'Iva il prossimo anno

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge sulla cosiddetta “spending review”, il ddl che rivede la spesa pubblica attuando tagli da un lato e finanziamenti da un altro, cercando sostanzialmente però di operare un considerevole risparmio da qua a due anni. L'intervento complessivo ammonta a circa 4,5 miliardi nel 2012, oltre 10 miliardi nel 2013 e 11 miliardi nel 2014.

I tagli riguarderanno le sedi distaccate di Tribunali, Prefetture, Questure, sedi della Banca d’Italia; dimezzamento del numero delle Province; tagli ai ministeri, alle auto blu, alla Difesa. Previsti invece 90 milioni per il diritto allo studio; 1,2 milioni di euro per gli esodati e 2 per i terremotati dell’Emilia. A partire dal luglio 2013, poi, è previsto un aumento di due punti dell'Iva.

PROVINCE. Le Province che dovrebbero sparire sarebbero 40 in tutta Italia per un risparmio previsto di due miliardi e mezzo l’anno. Al posto delle Province verranno istituite entro il primo gennaio 2014 le Città metropolitane; dieci in tutto: Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli, Reggio Calabria.

In Sicilia in materia di Province è la Regione a legiferare. Le Province siciliane si chiamano infatti “Province regionali”. Il commissario Enrico Bondi propone di portare le province siciliane da 9 a 6: Ragusa andrà con Siracusa, Trapani con Agrigento e Caltanissetta con Enna. I requisiti, per non essere “eliminate” sono popolazione di almeno 350mila abitanti, tremila chilometri quadrati di territorio e 50 comuni. La situazione del governo Lombardo, ormai agli sgoccioli, è in stallo. Sarà sicuramente il prossimo governo che verrà eletto ad ottobre ad affrontare la questione.

AGRIGENTO. Ad Agrigento le conseguenze del decreto legge approvato riguarderebbero innanzitutto la soppressione del Tribunale di Sciacca, presente nella lista stilata dal Guardasigilli dei Tribunali da sopprimere. Il decreto non ha però portato tagli - previsti invece nella bozza - dei piccoli centri ospedalieri. L’esclusione del taglio automatico delle strutture ospedaliere con meno di 80-120 posti letto ha così permesso di salvare mini-ospedali come quello di Ribera.

Il premier Mario Monti ha però reso noto che nelle prossime settimane sarà emanato un ulteriore decreto sulla spendingreview riguardante le agevolazioni fiscali e la revisione strutturale della spesa e dei contributi pubblici.

(dbr)

 

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