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Consiglio comunale, manca la maggioranza e salta la cittadinanza a Rocco Forte

Era stata proposta dall'opposizione, che era pronta a votare il punto da sola, ma i numeri in aula non erano bastevoli per trattare il punto

La cittadinanza onoraria a Sir Rocco Forte non s'ha da fare. O almeno, non adesso: e la "colpa"  è dell'assenza dei Firettiani. Durante il consiglio comunale di ieri sera, infatti, è stata dichiarata "infruttuosa" la votazione sul punto, dato che, a prescindere dai voti favorevoli o contrari (6 sì, 6 no, 1 astenuto) per approvare atti di questo tipo è necessario il consenso di almeno 23 consiglieri comunali su 30. Il punto è quindi tornato indietro all'ufficio di presidenza e dovrà essere nuovamente inserito all'ordine del giorno delle prossime sedute.

Ma perché si è arrivati a questo punto? In realtà la seduta di consiglio comunale di ieri è stata tutto fuorché che "normale": sia per durata (oltre quattro ore) che per contenuti e produttività (solo 3 punti trattati) ed è stata caratterizzata più per le assenze e per lo scontro fratricida tra le "cinquanta sfumature di opposizione" che sono presenti in aula.

Se vi abbiamo già raccontato come i lavori si siano aperti con il tema dei ritardi clamorosi nel rilascio delle carte di identità, nelle restanti 3 ore di seduta a tenere banco è stata proprio la proposta di cittadinanza onoraria all'imprenditore inglese. In un'aula mezza vuota e con i banchi della maggioranza quasi deserti, il consigliere Gerlando Gibilaro, che già aveva animato il consesso con il punto sull'ufficio anagrafe, ha chiesto - a sorpresa - il prelievo della deliberazione per concedere la cittadinanza onoraria agrigentina all'imprenditore inglese Rocco Forte. Un atto che, per regolamento, necessita di due terzi dei sì del Consiglio per essere approvato ma che è stato portato avanti nonostante in aula fossero presenti appena 15 consiglieri comunali e nonostante lo stesso Gibilaro ad un certo punto abbia deciso di ritirarlo. La palla è stata infatti rimessa in gioco dal consigliere di Forza Italia William Giacalone, che, viste le presenze (e le assenze) aveva colto l'opportunità di mettere in risalto il fatto che la maggioranza in Aula (per così dire) non c'è più. "E' necessario inchiodare ciascuno alle proprie responsabilità" ha detto Giacalone. 

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Così dopo ore di scontri, che hanno reso difficile persino portare avanti la seduta, in un clima surreale che ha spinto la presidente Catalano a dichiararsi impegnata ad evitare "che domani facciamo una figura di niente tutti quanti", si è arrivati ad un voto palesemente inutile.

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Ancora più assurdo è stato il proseguo dei lavori, che, con solo 12 consiglieri presenti, ha visto un rinvio ad altra seduta della trattazione di tutte le questioni all'ordine del giorno (nessuno voleva assumersi la responsabilità di far saltare il Consiglio o fissare una nuova data)  che solo intorno alle 23.10 ha avuto, finalmente, la sua fine.

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