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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Pullara sulle trivellazioni in mare: "La vera storia del mio no"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di AgrigentoNotizie

Risale a poco tempo addietro la mia battaglia contro la minaccia concreta dell’ingresso del colosso ENI nel nostro mare per le trivellazioni previste dal cosiddetto Progetto Offshore Ibleo - Campi Gas Argo e Cassiopea.

Il mio allarme è dovuto alla concretezza che il progetto ENI va assumendo negli anni, in quanto non vi è mai stata una vera mobilitazione generale contro questo colosso che intende invadere il nostro mare. Nel 2009, dopo la trattativa con i pescatori, il progetto è avanzato ulteriormente. Negli anni a seguire, sono state ottenute tutte le autorizzazioni ministeriali necessarie al proseguo dell’Iter amministrativo/burocratico.

Pensate che l’ENI ha persino agli atti le cosiddette VIA/VAS (ossia la valutazione Ambientale Strategica e di Impatto Ambientale), esitate anch'esse positivamente dagli organi ministeriali valutatori preposti. E noi? Il Comune di Licata, insieme a tutti i Comuni interessati, Ragusa, Palma, Scicli e alle Associazioni ambientaliste, dei pescatori, del turismo etc, abbiamo presentato (e poi reiterato) ricorso per annullare il decreto ministeriale che autorizzava l’ingresso e la perforazione del nostro mare. Eppure, abbiamo perso. Il TAR Lazio e il Consiglio di Stato ci hanno dato torto, dando ancora una volta il Via Libera al colosso ENI.

In virtù di questa lotta con gli autoctoni, ENI ha rivisto il proprio progetto dandoci “un contentino”, escludendo cioè l’installazione di una delle piattaforme di maggiore impatto (la Prezioso K) e spostando a terra, in zona già industrializzata (ossia a Gela), il trattamento e compressione del gas.

Per me anche questo, oggi, INACCETTABILE. Eppure la burocrazia e la legge, ad oggi, non dà ragione a chi vuole la completa tutela del nostro inestimabile patrimonio Marino, inestimabile per la quantità di ritrovamenti archeologici ancora in atto e per la ricchezza naturalistica che lo caratterizza. Chiedo al Sindaco di Licata di istituire un tavolo tecnico con le parti sociali e gli addetti del settore al fine di essere compatti su questa delicata vicenda. Mi impegno, consequenzialmente, a sensibilizzare gli organi preposti Regionali, al fine di valutare questo percorso di perforamento dei nostri preziosi fondali marini.

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