Aumento dell’Irpef allo 0,8 percento e aumento dell’aliquota Imu al massimo consentito: è questa la proposta che l’Ufficio tributi del Comune di Agrigento presenta all’Amministrazione comunale. Il sindaco Marco Zambuto per il momento non firma e passa la palla ai cittadini. In che modo? Aprendo una serie di incontri con la città, per tutto il mese di agosto, nei quartieri, nelle comunità e soprattutto in sede di Consiglio comunale, con la società civile e le associazioni, al fine di "decidere insieme cosa bisogna fare", dice annunciando una nuova fase per Agrigento.
L’idea è quella di approvare un bilancio comunale partecipato dalla città, una sorta di bilancio sociale condiviso. In conferenza stampa si mostra sereno il sindaco, o forse rassegnato, di fronte a una realtà finanziaria che però non lascia spazio all’immaginazione. La crisi economico-finanziaria infatti travolge i Comuni e Zambuto inizia ad elencare le cifre della crisi.
Nel 2011 lo Stato riduce i trasferimenti di 2 milioni e 529 mila euro; nel 2012 di oltre 4 milioni. La spending review impone poi di iscrivere nel bilancio per il corrente anno una spesa pari a un milione e 500 mila euro come accantonamento per la svalutazione dei crediti. Anche la Regione taglia per un importo complessivo, tra 2011 e 2012, di oltre un milione di euro. I nuovi tagli poi riguardano anche il conguaglio delle spese di giustizia, i trasferimenti per il pagamento delle rette di ricovero dei minori relativi agli anni pregressi, fondi per i lavori socialmente utili. Tagli anche ai contributi statali per compensare minori entrate relative all'Ici degli anni scorsi: il tutto ammonta a una riduzione complessiva di ulteriori 2 milioni e 280 mila euro. A questo va aggiunto il debito che il Comune dovrà fronteggiare pari a 10 milioni di euro (consumo di energia elettrica e debiti fuori bilancio accumulati nei decenni scorsi).
Insomma, il bilancio è "ingessato", per usare le parole del sindaco, e la situazione è drammatica, ma la città "può ancora partire", viene detto ai giornalisti in conferenza, ricordando gli ultimi finanziamenti ottenuti per lo sviluppo della città, ossia i 6 milioni di euro per il sistema di viabilità, i fondi arrivati dal Cipe per la depurazione e quelli per il rifacimento della rete idrica. Detto questo, però, la realtà delle casse comunali non permette nulla al di fuori del pagamento degli stipendi del personale e delle spese per i servizi di base.
Che fare dunque? L’aumento delle tasse garantirebbe entrate certe al Comune, e questa è la soluzione avanzata dall’Ufficio tributi; il sindaco, la Giunta e il Consiglio comunale propongono di discutere con i cittadini per poter candidare soluzioni alternative, che significa operare ulteriori tagli, valutare le imposte di competenza comunale, mettere in vendita beni immobiliari. Che si possa davvero evitare di gravare sulle tasche dei cittadini o che questo sia solo un modo per rendere legittimo l’aumento delle tasse da parte di un’amministrazione appena insediata?
(dbr)