Il Tar dice "no" al mega parco eolico nel golfo di Gela
I ricorsi che erano stati originariamente promossi davanti il Tar Palermo, erano stati rimessi da quest’ultimo al Tar del Lazio, ritenendosi il primo non competente a decidere l’istallazione di un’opera ritenuta di importanza strategica
Il Tribunale amministrativo regionale di Palermo ha messo la parola fine al progetto promosso dalla Società Mediterranean Wind Offshore di La Spezia, che avrebbe voluto realizzare un parco eolico offhore nel golfo di Gela proprio di fronte al Castello di Falconara.
Tuttavia, con due distinti ricorsi, il proprietario del Castello, il barone Roberto Chiaramonte Bordonaro, nonché tre associazioni di Gela (Legambiente, Archeoclub e Triskelion), avevano impugnato il provvedimento di autorizzazione unica, affidandosi alle difese degli avvocati Giovanni Puntarello e Chiara Modica Donà dalle Rose.
La battaglia contro il parco eolico era stata, inoltre, condivisa dall’associazione nazionale Italia Nostra, che si era affidata analogamente agli avvocati Puntarello e Modica Donà dalle Rose incaricandoli di promuovere un atto di intervento e in un terzo giudizio promosso dal Comune di Licata patrocinato dall’avvocato Stefano Polizzotto.
I ricorsi che erano stati originariamente promossi davanti il Tar Palermo, erano stati rimessi da quest’ultimo al Tar del Lazio, ritenendosi il primo non competente a decidere l’istallazione di un’opera ritenuta di importanza strategica, anche per il valore economico del progetto che risultava di oltre 150 milioni di euro.
Tuttavia anche il Tar del Lazio si era ritenuto incompetente ed aveva rimesso la questione al Consiglio di Stato che, alla fine, aveva ritenuto corretta la tesi degli avvocati Puntarello e Modica Donà dalle Rose che avevano sostenuto che i potenziali effetti che sarebbero stati prodotti dall’impianto sul territorio, avrebbero dovuto prevalere sugli altri aspetti, determinando la competenza del Tar Palermo a conoscere sulla vicenda.
La controversia è stata così trasposta nuovamente al Tribunale amministrativo siciliano che al termine della lunga vicenda giudiziaria, ha detto "no" all’installazione di 38 mega aerogeneratori, dell’altezza di 136 metri che si sarebbero dovuti impiantare proprio nello specchio d’acqua di fronte il Castello di Falconara.