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Foto e video "viaggiano" fra cellulari e social, è emergenza ricatti e casi di bullismo

La responsabile di "Telefono Aiuto" Antonella Gallo Carrabba: "E' necessaria la sorveglianza da parte dei genitori che spesso, però, sono presi da altro come il lavoro"

"I ricatti sono ormai praticamente continui. Prima vengono inviate foto o video in vari gruppi whatsapp, che vanno di moda non soltanto fra i giovanissimi, e poi partono le soverchierie, i ricatti sessuali e perfino casi di bullismo". Lo ha detto Antonella Gallo Carrabba, responsabile di "Telefono Aiuto", che già da tempo sta incontrando gli studenti delle scuole medie e superiori per fare in modo che i giovani capiscano quali sono i reali pericoli verso i quali vanno incontro.

Dottoressa Gallo Carrabba, in cosa consiste quest'opera di sensibilizzazione nei confronti dei giovani?

"Stiamo cercando di spiegare loro che è necessario, indispensabile, valorizzare i rapporti umani, il guardarsi negli occhi, il parlarsi. Quei comportamenti che trasmettono sentimenti, sensazioni. Basta con quest'uso indiscriminato dei social e dei moderni mezzi di comunicazione, quali chat e gruppi whatsapp. Perché i rapporti, nel corso del tempo, cambiano. Quindi è necessario prevedere. Chiediamo a tutti i ragazzi di posare i cellulari".

Cellulari e web stanno mettendo a serio rischio, dunque, anche i giovani agrigentini?

"Certo che sì. Ci sono ragazzini di 10, 12 anni con i cellulari in mano e con l'accesso a internet. Non possono gestirli, non hanno la maturità per farlo e quando si trovano nei guai cercano, purtroppo, vie di fuga assurde".

Qual è, allora, la soluzione?

"Abbiamo spiegato agli studenti agrigentini che è meglio un rimprovero da parte dei genitori. Perché quel rimprovero è anche la fine del problema. Un adulto sa sempre come affrontare e risolvere. Cioè è fondamentale che non vengano divulgate foto o video, prevenire dunque il fenomeno. Ma se dovesse accadere che una foto o un video finisca su internet o venga girato su whatsapp, intanto, i giovani non devono condividere per non rendersi complici e poi devono chiedere aiuto a un familiare, a una insegnante di riferimento".

Ci sono casi particolari nell'Agrigentino?

"Girano video di bullismo. Siamo dentro il trend nazionale purtroppo. E poi sistematicamente i giovani si immortalano in tutto quello che fanno, cercano, certamente, un momento di affermazione, cercano dei like, hanno poca stima di loro stessi. Bisogna capire, e non sono frasi fratte, che la famiglia è l'unico vero punto di riferimento. Tenersi tutto dentro fa ingigantire il problema, è necessario farsi aiutare. Anche da un'insegnante simpatica. Abbiamo spesso sportelli ascolto nelle scuole e raccogliamo frequentemente storie di disagio emozionale. E' necessaria però anche la sorveglianza da parte dei genitori che spesso sono presi da altro, come il lavoro".

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