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Lampedusa nell'antologia "Nero Mediterraneo"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di AgrigentoNotizie

Il noir mediterraneo non è un genere ma uno stile letterario intriso dal senso d'inquietudine. Plasmato da una percezione, da un senso d'appartenenza, per intenderla alla Massimo Carlotto. Ha in sé il senso dell'inquietudine del noir, ma ha l'anima della mediterraneità, che non è circoscritta in un luogo ma -soprattutto nel tempo della globalizzazione- rimbalza in ogni luogo che la evoca: il cambio di angolazione del crimine, vittime e carnefici che si scambiano di ruolo, gli innocenti che non esistono, i cavalieri bianchi che sono macchiati di nero (e viceversa, un po' come la vita reale), il sesso passionale, e poi il vento, il mare, il sole, gli odori della cucina. Aglio, menta e basilico cantava l'aedo Jean Claude Izzo, ma consentitemelo c'è da aggiungere olio (d'oliva, naturalmente, con il burro è vietato cucinare).

L'IDEA - L'idea è stata quella di raccogliere in un'antologia dal titolo 'Nero Mediterraneo' storie di autori di diversa estrazione geografica, che hanno raccontato in una storia giallonoir le storture, i vizi e il malaffare di una porzione di territorio italiano che si affaccia sul mare, allacciandoci alla funzione sociale di denuncia del noir. Il protagonista come ci insegna la vita è chiunque di noi, non deve essere per forza un elemento della Pubblica sicurezza o un criminale, anche un cittadino qualunque, anche la gente comune è protagonista di una storia a tinte forti. Sulla copertina campeggia la Porta dell'Europa che sorge su un promontorio di Lampedusa, la prima cosa che avvistano i migranti quando scorgono l'isola, il primo avamposto per una nuova vita sul suolo italiano. La letteratura è un ponte che unisce, non che divide, come può essere il mare. E la vita comincia dal mare, le città s'approcciano dall'acqua, come ci hanno insegnato le prime civiltà che s'affacciarono sul Mediterraneo.

GLI AUTORI Ecco gli autori e le location: Stefania Nardini (sulle orme di Izzo ecco una storia a ritmi di di ordinaria umanità a Marsiglia), Diego Zandel (dove sesso e indagine sono le tentazioni di una città corrotta come Roma), Paolo Tagliaferri (il mito del wind surf si fonde con la speculazione edilizia in una zona apparentemente tranquilla come Santa Marinella), Ilaria Guidantoni (un giallo a scacchi in una Tunisi che ricorda le sfumature di Albert Camus), Andrea Carlo Cappi (una spy story a ritmo incalzante, alla 007 verrebbe istintivo da dire in un'appariscente e splendente Maiorca), Alessandro Maurizi (uno spaccato di quotidiano in una Tarquinia lenta e compassata ma che nasconde i mali delle organizzazioni criminali), Fernando Muraca (un giallo al femminile sotto il sole cocente delle vulcaniche isole Eolie), Roberto Centazzo (una black comedy tra letterati alla ricerca di un'identità sullo scenario di Albenga), Romano De Marco (una tranquilla vacanza rovinata da un morto ammazzato su una dei Trabocchi che attrae turismo d'èlite), Pierluigi Porazzi (una Trieste sempre più terra di confine in una storia dura e cinica), Lorenzo Mazzoni (il Lido degli Estensi non sarà Dallas ma quello che accade cadenza la vita di una provincia sempre tumultuosa), Bruno Morchio (le indagini di un Bacci Pagano in gran forma in una Genova che grida la sua voglia di riscatto), Stefania De Caro (l'abusivismo edilizio in uno dei panorami più mozzafiato d'Italia con lo scorcio delle isole ponziane e Circeo), Darien Levani (una storia d'altri tempi in una caotica Valona), Piera Carlomagno (colletti bianchi e criminalità uniti in un gioco perverso per trasformare Salerno), Diego Lama (un giallo delicato in una Capri assolata e coinvolgente), Gabriella Genisi (a Lecce, i misteri del mare coi suoi rifiuti tossici nascosti fanno da sfondo alle indagini di un carabiniere donna già da amare), Piergiorgio Pulixi (una storia da clan, dura come il noir francese, che si snoda tra Cagliari e Ajaccio), Gian Luca Campagna (una piccola storia di passione nella grande storia vissuta dai migranti quando scorgono lo scoglio Lampedusa). PATER IZZO - Già, Izzo. Izzo cita spesso Albert Camus: "Possiamo capire in questi luoghi che se i Greci hanno toccato la disperazione è stato sempre attraverso la bellezza e ciò che essa ha di opprimente. In questa infelicità dorata, la tragedia raggiunge il suo apice. La nostra epoca, invece, ha alimentato la propria disperazione nella bruttezza e nelle crisi. Perciò l'Europa sarebbe ignobile, semmai il dolore potesse esserlo. Il noir mediterraneo è l'accettazione fatalista di questo dramma che pesa su di noi da quando l'uomo ha ucciso suo fratello su una delle rive di questo mare".

Già, il racconto noir dai tempi biblici. Del resto, la primogenitura di violenze si conta dalla Bibbia, da Caino che ammazza Abele. E l'anima del Mediterraneo resta nera come quella di Caino. È un Mare Monstrum più che un Mare Nostrum. È da lì che contiamo le faide familiari, gli scontri sociali, le lotte di classe, le guerre etniche. Col Bene e col Male che si fondono nel Caos. D'accordo, tutto ha origine dal mondo classico, dalla tragedia greca (citiamo tanto per restare allenati l'Edipo re di Sofocle, massimo pilastro noir). Appunto, è dal Chaos che nasce il mondo, un ossimoro futuro da dove lo 'spazio beante' di matrice greca si trasforma nel tempo in abisso oscuro. Il noir mediterraneo parte dall'ineluttabilità, dal destino già scritto dei suoi protagonisti, dalla loro disillusione, dal loro radicato disincanto, dal loro pessimismo usurato, che si riflette negli ambienti e gli ambienti influenzano i personaggi. Eppure sono eroi affamati di vita, come ricordava anche Leonardo Sciascia. E affamati di cibo.

GLI ELEMENTI NERI - Già, la tavola. Elemento fondante del noir mediterraneo. Un altro siciliano colora fortemente di questi caratteri le sue storie, è Andrea Camilleri che omaggia col suo commissario Montalbano l'altro aedo Manuel Vazquez Montalbàn, che confeziona mirabili intrecci con al centro crimini e passioni (sesso, cibo e, perché no, calcio) pitturando le atmosfere col sole di Barcellona, una città che al pari della Marsiglia di Izzo è coprotagonista di Pepe Carvalho e di Fabio Montale. Ed ecco un altro punto, unico nel romanzo del noir mediterraneo: non è opera di evasione, o meglio non solo di evasione, ma è soprattutto di denuncia, di cronaca raccontata senza miele e senza filtri. Massimo Carlotto non usa mezzi termini, va al sodo come è suo costume: "il romanzo noir ha sostituito il giornalismo d'inchiesta" ripete. Ed è difficile dargli torto. È un'arma che mette al riparo da querele e altre noie. La ricerca ontologica nella realtà resta un diktat per un narratore noir, perché la verità si ricerca a costo della propria vita o della propria morale, si scava nella cronaca, come ci ha insegnato Rudolph Walsh.

Ne sa qualcosa Giancarlo De Cataldo, magistrato, sceneggiatore e scrittore: i tentacoli del crimine avvolgono Roma caput mundi, il cuore del mondo mediterraneo, ma sono pochi quelli che salva, l'elementare divisione manichea dei protagonisti è un ricordo sbiadito, qui la fusione tra cavalieri bianchi e neri è un flusso continuo, mutuata da un principio dei vasi comunicanti che però non trova mai un punto d'equilibrio, asserendo che il moto di continua trasformazione è la regola prima e ultima. Nel noir mediterraneo la tragedia è scritta sempre sotto il sole e sopra il mare. Impossibile che non vi siano questi due elementi. Sono gli elementi vitali in queste zone di confine dove non esistono i limiti territoriali. Così il lettore viene catapultato a Lampedusa, a Trieste, a Genova, al Circeo, a Maiorca, sul Lido degli Estensi, sulla costa dei Trabocchi, a Lecce, a Salerno, a Capri, a Tarquinia, alle Eolie, ad Albenga, a Santa Marinella, a Valona ma anche a Roma, a Marsiglia e a Tunisi, avamposti e metropoli dove le storie si dipanano sotto il cielo e sopra il mare azzurri, naturali terre di tutti e di nessuno dove non esiste un equilibrio. E nell'aria odori, sapori, colori: sono loro che concedono al noir di possedere diverse tonalità. A voi, in questi diciannove racconti, di scoprirne le differenti sfumature.

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