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Consegnare le reti idriche? Santo Stefano "gioca" la carta delle fonti pregiate

Il sindaco Francesco Cacciatore ha mandato un'istanza all'Ato idrico per verificare se ci sono o meno i requisiti necessari

Consegnare la rete idrica? Il dilemma - per i Comuni ritenuti "ribelli" - si ripresenta. Ma ce n'è uno - quello di Santo Stefano Quisquina - che ha deciso di percorrere una strada nuova, diversa, per cercare di mantenere la gestione delle proprie reti idriche. Il sindaco Francesco Cacciatore ha mandato un'istanza all'Ato idrico per verificare se Santo Stefano Quisquina abbia o meno i requisiti necessari per "giocarsi" la carta delle "fonti qualitativamente pregiate, sorgenti ricadenti in parchi naturali o aree naturali protette". 

"La legge regionale 19 del 2015, che rendeva possibile in Sicilia la gestione autonoma del servizio idrico integrato da parte dei Comuni, mettendo così fine alla questione sulla legittimità o meno della gestione pubblica dell’acqua da parte dei Comuni 'ribelli' - ha spiegato il sindaco, con un avviso pubblico indirizzato alla cittadinanza - è stata in buona parte bocciata dalla Corte Costituzionale. La bocciatura della legge non ha fatto gioire i cittadini dei Comuni che non hanno ancora consegnato le reti. E tra questi, Santo Stefano Quisquina. I Comuni sono, ancora una volta, chiamati ad alzare la guardia per difendere la gestione pubblica del loro servizio idrico".  

Ecco, dunque, che Santo Stefano Quisquina ha deciso di "giocarsi" un'altra carta. Una "carta" che potrebbe essere decisiva. "La legge nazionale consente - spiega, ancora, Cacciatore - ad alcune gestioni esistenti, a condizione di avere determinati requisiti, di mantenere la gestione del servizio. Ecco cosa recita l'articolo 147, comma 2-bis, lettera b: '… sono fatte salve…le gestioni del servizio idrico in forma autonoma esistenti, nei Comuni che presentano contestualmente  le seguenti caratteristiche: approvvigionamento idrico da fonti qualitativamente pregiate, sorgenti ricadenti in parchi naturali o aree naturali protette, ovvero in siti individuati come beni paesaggistici ai sensi del codice dei Beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22/01/2004, n. 42; utilizzo efficiente della risorsa e tutela del corpo idrico'. In virtù di questa legge, abbiamo fatto pervenire all'Ato la richiesta di accertamento dell’esistenza dei requisiti necessari"

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