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Rifiuti e ambiente: la "fotografia" di Istat, il secondo report di Cgil sulle discariche

Spazzatura: raccolta differenziata, gestione, smaltimento. Sono temi che specie in provincia tanti stanno affrontando in questi giorni. La settima edizione del report "Noi Italia. 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo" realizzato dall'Istat, restituisce una fotografia chiara di quello che sta accadendo in Italia e, più nel dettaglio, in Sicilia. Mentre Cgil ha diffuso il secondo dossier-denuncia sulla situazione delle discariche in provincia di Agrigento

Spazzatura: raccolta differenziata, gestione, smaltimento. Sono temi che specie in provincia tanti stanno affrontando in questi giorni.

E la settima edizione del report "Noi Italia. 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo” realizzato dall'Istat, restituisce una fotografia chiara di quello che sta accadendo in Italia e, più nel dettaglio, in Sicilia. Mentre Cgil Agrigento ha diffuso il secondo dossier-denuncia sulla situazione delle discariche in provincia di Agrigento.

Spese per la tutela ambientale - Bisogna partire anche da un dato: la spesa pro capite erogata in media dalle amministrazioni regionali italiane tra il 2010 ed il 2012  registra un decremento: in Sicilia, nel 2012, la spesa ambientale per abitante in Sicilia è di 111 euro.

Nel triennio in esame il 65 per cento della spesa per la "protezione dell'ambiente" ambientale è destinata, in media, al finanziamento di interventi e attività per la salvaguardia da fenomeni di inquinamento e di degrado (emissioni atmosferiche, scarichi idrici, rifiuti, inquinamento del suolo, perdita di biodiversità, erosione del suolo, salinizzazione, ecc.). Il rimanente 35 per cento è destinato ad interventi di "uso e gestione delle risorse naturali", volti a salvaguardare l'ambiente da fenomeni di esaurimento dello stock delle risorse naturali (foreste, risorse energetiche, risorse idriche, ecc.). In media, le somme impiegate per interventi di “protezione dell’ambiente” si riduce da 48,3 euro per abitante nel 2010 a 41,8 nel 2012; la spesa per interventi di “uso e gestione delle risorse naturali” passa dal 2010 al 2012 da 25,8 euro per abitante a 22,4 euro per abitante. I dati relativi al 2012 evidenziano anche che si finanziano maggiormente interventi per la protezione e risanamento del suolo, delle acque del sottosuolo e delle acque di superficie (8,6 euro per abitante e 24,2 euro per abitante rispettivamente).

Diminuzione nella raccolta - Il dato conferma una diminuzione nella raccolta dei rifiuti solidi urbani rispetto alla media nazionale: nel 2013 sono 491,3 i kg di rifiuti urbani raccolti in Italia per ogni abitante, circa 12,5 kg pro capite in meno rispetto all'anno precedente (in valore assoluto 29,6 milioni di tonnellate, con una contrazione dell'1,3 per cento rispetto al 2012).

Per la Sicilia il dato è di 473,7 chili a persona: dal 1996, in cui si contavano 497,7 chilogrammi si era registrato un incremento fino ai 547 chili del 2006, e poi l’abbassamento quasi costante degli indici con un decremento di circa 10 chili a persona per anno.

Rifiuti urbani smaltiti in discarica - Anche qui il trend registrato è in diminuzione: ma continua a persistere il conferimento in discarica. E la Sicilia si intesta il "primato".

Per le direttive europee la discarica deve essere l'ultima fase del "ciclo di vita" dei rifiuti che dovrebbero essere trattati in maniera tale da riciclare quanto più è possibile per ridurre l'impatto sull'ambiente e ridurre gli effetti negativi anche sulla salute umana.

Nel Mezzogiorno finiscono ancora in discarica 250,5 chilogrammi per abitante (pari al 55,5 per cento): è però l’unica ripartizione dove l’incidenza percentuale di questa forma di smaltimento cresce rispetto al 2012 (+4,5 punti percentuali). La regione dove questa quota si mantiene più elevata, purtroppo, è la Sicilia (93,2 per cento di quanto raccolto, pari a oltre 440 kg pro capite).

             

Fonte: Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra)

Aumento della differenziata - Alla base di una corretta gestione dei rifiuti ci sta una buona raccolta differenziata. Non a caso la Comunità europea definisce l'ordine di priorità da perseguire in materia di gestione dei rifiuti considerando: prevenzione, preparazione per il riutilizzo, riciclaggio, recupero di altro tipo (ad esempio il recupero di energia) e smaltimento (ad esempio in discarica).

In tutta Italia il report Istat evidenzia incrementi della quota rispetto al 2012: anche se poche regioni hanno raggiunto gli obiettivi fissati (che per il 2012 erano del 65per cento). La Sicilia è fanalino di cosa in questa classifica, con il 13,4 per cento di incremento nel 2013.

Il dossier-denuncia di Cgil - E' di oggi, invece, la seconda edizione del dossier in cui Cgil Agrigento, con il suo segretario Massimo Raso, denuncia la situazione in provincia, con il permanere di pericolose discariche abusive, e offrendo un'analisi della dislocazione dei siti in cui vengono conferiti i rifiuti invoca l'intervento del prefetto Nicola Diomede perchè si "metta ordine e finalmente si renda efficace un servizio che continua a gravare sulle famiglie".

Ato poi Srr poi Aro - Il sindacato offre anche un quadro in cui sintetizza come, negli ultimi 12 anni, passando dagli Ato agli Aro, attraverso le Srr, (dall’Aprile 2011 al Gennaio 2013) "il quadro di competenze, delimitazioni geografiche e assetto normativo sia cambiato così tante volte da determinare un’oggettiva difficoltà su cui poi si innestano le eterogenee richieste emergenziali, dentro le quali prosperano il malaffare e i tanti problemi da cui non usciamo mai".

Dalla qualità alle percentuali di differenziata - Inoltre nel report propone un'analisi di diversi aspetti che riguardano la “questione rifiuti”: dalla quantità e qualità della impiantistica di cui dispone la provincia alle qualità personali e professionali  e finanziarie di chi gestisce gli impianti e le ditte sul terreno della legalità, fino alle percentuali di differenziazione raggiunta passando per il costo del servizio con particolare riferimento alle singole componenti dello stesso.

"Bombe ecologiche": multe della Ce - Quasi 15 anni fa fu denunciata dal sindacato la presenza di 19 "bombe ecologiche", discariche da bonificare, tra Agrigento, Aragona, Burgio, Calamonaci, Camastra, Cammarata, Casteltermini, Castrofilippo, Cianciana, Comitini, Grotte, Licata, Lucca Sicula, Menfi, Naro, Racalmuto, Ribera, Santa Elisabetta e Santo Stefano. Discariche abusive che poi si scoprirono essere ben 51.

Dopo la battaglia intrapresa, si ottenne un finanziamento da parte dell’Agenzia regionale dei rifiuti indirizzato all’assessorato provinciale per il Territorio e l'ambiente per l’attività di caratterizzazione dei rifiuti presenti nelle discariche abusive intercettate.

Recentemente l’Europa ha condannato l’Italia a pagare decine di migliaia di euro per il permanere della situazione, con un aggravio per ogni semestre di ritardo nella bonifica: 3 di questi siti, riferisce Raso, sono in provincia di Agrigento e si trovano in contrada S. Martino a Cammarata, in contrada  Oliva a Racalmuto e in contrada Scalilli a Siculiana.

Oggi la Cgil agrigentina  chiede di sapere se siano state “disinnescate” quelle “bombe” e dopo aver letto i “piani d’ambito” delle S.r.r., pone alcuni spunti di riflessione: si chiede perché non si riesca ad implementare un “ciclo integrato dei rifiuti” che sia libero dai condizionamenti  criminali, ad organizzare un servizio efficiente, o raggiungere livelli decenti di raccolta differenziata, e perché la Regione, piuttosto che bloccarli, non dia il via libera a tutti gli impianti che servono appunto a questo (compostaggio, impianti di selezione ecc.).
 

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