Un concerto in streaming, lo Stabat mater di Pergolesi a firma del “Toscanini”: l’evento
Il 6 giugno alle alle 18,00 si terrà in live streaming dall’Auditorium Santa Chiara di Bivona il concerto dei Solisti e dell’orchestra d’Archi . Toscanini di Ribera a chiusura della stagione Musicale “Armonie Sicane Live Stream” 2021. L'evento è rganizzato dalla scuola di musica “G. Lo Nigro” di Bivona (AG), già sede convenzionata dell’Istituto per i corsi preaccademici.
In programma, in occasione della solennità del Corpus Domini, la prima esecuzione assoluta dello Stabat Mater di Giovan Battista Pergolesi (1710-1736), una delle più note e importanti composizioni sacre della Storia della musica, pietra miliare della produzione sacra del tardo Barocco, nella nuova versione a firma del conservatorio Toscanini che sarà visibile sul canali youtube e social dell’Ente organizzatore Scuola Lo Nigro di Bivona.
La versione originale dello Stabat Mater di Pergolesi è scritta per Soli (Soprano e Contralto), Archi e Basso Continuo. La versione presentata da Solisti e Orchestra d’archi dell’Istituto Superiore di Studi Musicali “Arturo Toscanini” di Ribera diretti da Alberto Maniaci prevede un’operazione di collazione tra l’originale pergolesiano e diverse versioni successive; molti grandi compositori, difatti, hanno deciso di trascrivere, adattare e diversamente orchestrare queste pagine musicali: da Johann Sebastian Bach e Giovanni Paisiello ad Antonio Salieri.
La nuova pubblicazione, di cui Alberto Maniaci ha curato l’Adattamento e la Revisione della partitura mentre sono di Simone Piraino le Note editoriali, i Testi e l’Apparato critico, è a cura dell’Istituto Superiore di Studi Musicali “Arturo Toscanini” di Ribera (AG), edita da EMW - Edizioni Musicali Wicky (Milano, 2021), e sarà fornita alle Biblioteche Nazionali di Roma, Firenze e Milano. Tra le principali novità di questa nuova Edizione vi è l’adattamento della linea vocale da due a quattro voci (Soprano, Contralto, Tenore e Basso), la scomparsa del Basso Continuo, che allontana da una pratica letteralmente “filologica” dell’esecuzione, e l’Amen finale “il più grande Amen di tutta la Storia della musica” (Luigi Giussani), che viene scorporato dall’ultimo numero “Quando corpus morietur” e diventa una sezione a se stante.