Il naufragio, le testimonianze dei sopravvissuti, l'inchiesta: "Lampedusa, l'isola del diavolo" approda sull'ultimo scoglio d'Europa
E' stato già presentato a Siculiana. E con l'autore, Fabrizio Prelato, hanno dialogato il procuratore capo, facente funzioni, Salvatore Vella e il comandante provinciale dell'Arma, il colonnello Vittorio Stingo. Domani, alle ore 17, verrà presentato in quella che è la sua location "naturale". Perché è proprio sulla più grande delle isole Pelagie che "Lampedusa, l'isola del diavolo" è ambientato. Perché è di Lampedusa e del fenomeno immigrazione che nel "giallo" si parla. L'opera - ed è la sua prima pubblicazione - è di Fabrizio Prelato che, proprio su quell'ultimo scoglio d'Europa, ha fatto servizio come carabiniere.
In "Lampedusa, l'isola del diavolo" si racconta di un naufragio, provocato da uno degli scafisti, nelle acque antistanti Cala Pulcino. Non s'è trattato però di un "semplice" (nessuno dei soccorsi lo è mai!) intervento di salvataggio, seguito dalla conta delle vittime. Perché il maresciallo dei carabinieri Christopher Bertone - tormentato da un dramma familiare e inseguendo il sogno dell'accesso all'Europol - riesce, collaborando concretamente con la polizia e infischiandosene molto spesso dei suoi superiori (il che gli provocherà qualche guaio!), a ricostruire quanto la realtà possa essere anche più orribile di ogni oscura fantasia.
"Lampedusa, l'isola del diavolo" - capace di creare suspence e coinvolgere il lettore (anche quello che conosce veramente il fenomeno degli sbarchi e le inchieste che inevitabilmente ne susseguono) - verrà presentato domani, alle ore 17, all'Archivio storico, in piazza Castello. Con l'autore dialogheranno Vito Fiorino che è il pescatore che, con il suo equipaggio, mise in salvo 47 naufraghi nella notte del 3 ottobre; Antonio Taranto, presidente dell'associazione Archivio storico Lampedusa.
L'isola è pronta a vivere la "Giornata della memoria e dell'accoglienza", organizzata dal Comitato 3 Ottobre per non dimenticare la catastrofe che costò la vita a 368 migranti.