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Festival delle Scienze, la figura di Bignami raccontata dalla moglie Patrizia Caraveo

A pochi mesi dal malore che ha portato via il grande astrofisico italiano, la collega e consorte spiega i motivi che hanno reso grande il presidente dell'istituto nazionale di astrofisica scomparso a Madrid

 Dietro uno degli interventi più importanti del Festival delle Scienze, si nasconde una storia d’amore tra un uomo e una donna legati nella vita come nel lavoro. È la storia di Giovanni, Nanni, Bignami e della moglie Patrizia Caraveo. L’uomo, grande personaggio del panorama dell’astrofisica italiana che ha dato vita a progetti memorabili, doveva essere presente all’evento per presentare il suo nuovo libro, ma un malore lo ha portato via pochi mesi fa. A parlare del grande uomo e del grande astrofisico sarà quindi la moglie, Patrizia, che nella sua vita ha anche lavorato con Bignami.

Su cosa verterà il suo intervento?

"Il mio intervento verte sul contributo che ha dato mio marito all’astrofisica italiana - spiega la moglie anche lei studiosa di astrofisica-  su quanto l’astrofisica italiana deve a Nanni Bignami; doveva essere lui presente al Festival che si terrà ad Agrigento per parlare del suo prossimo libro, ma è venuto a mancare poco tempo prima dell’evento. Per questo motivo gli organizzatori della manifestazione mi hanno chiesto di essere presente per parlare della sua figura e dei motivi che lo hanno reso uno dei grandi dell’astrofisica italiana".

Quali sono questi motivi?

Lui ha sempre creduto nella cooperazione internazionale, ha sempre lavorato all’interno dell’agenzia spaziale europea e spinto l’Italia a partecipare alla grande avventura dell’Extreme Telescope, un telescopio di quaranta metri del quale è iniziata la costruzione. Oltre a questi motivi, ha spinto affinché l’Istituto nazionale di astrofisica, del quale era presidente, entrasse in collaborazione per grandi progetti internazionali. Queste cose oggi le abbiamo come un suo testamento.

Se suo marito avesse voluto lanciare un messaggio ai giovani che vogliono intraprendere la carriera astrofisica, quale sarebbe stato?

Lo studio dell’astrofisica è uno dei progetti più belli e affascinanti che ci siano, ma è anche un progetto formativo perché chi si laurea in queste materie così complesse poi è pronto per fare dei lavori che non hanno a che fare con l’astrofisica. Come quello che è accaduto a uno dei miei figli, il quale ha avuto un’offerta interessante da una società finanziaria che vuole utilizzare la capacità di far fruttare i big data che lui può offrire grazie ai suoi studi in astronomia.

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