Al museo Archeologico di Agrigento: "Si Dubita sempre delle Cose più Belle"
Il 31 gennaio 2015 alle 17 nella "Sala Zeus" del Museo Archeologico di Agrigento (Piazzetta San Nicola) si terrà la presentazione del volume edito da Bompiani "Si Dubita sempre delle Cose più Belle – parole d’amore e di letteratura", edito da Bompiani, curato da Sarah Zappulla Muscarà e Enzo Zappulla. Iniziativa che coinvolge i maggiori sodalizi e club service della città. Interverranno Stefano Milioto e i curatori del libro. Letture a cura di Mariano Rigillo e Anna Teresa Rossini.
Il monumentale carteggio inedito fra Federico De Roberto e la gentildonna Ernesta Valle, dall’amante ribattezzata Renata (perché “rinata” all’amore) o Nuccia (diminutivo di “femminuccia”), “Si dubita sempre delle cose più belle. Parole d’amore e di letteratura” (Bompiani), a cura di Sarah Zappulla Muscarà e Enzo Zappulla, copre un lungo arco di tempo (dal 1897 al 1916), in un intreccio di temi intimi e letterari. Un’ardente, segreta storia d’amore che ci svela aspetti ignorati dell’austero e schivo autore de "I Vicerè" e insieme della vita mondana, sociale, culturale dei due poli fra cui si snoda, Milano e Catania. Meta prediletta, Milano rappresenta la capitale dei poteri mediatici, finanziari, culturali, ricca di vivacità artistica e di brulicanti iniziative, con le sue prestigiose case editrici, le grandi testate giornalistiche, i rinomati teatri, gli eleganti ritrovi, gli elitari salotti. È lì che gli sono consentite assidue frequentazioni con i maggiori esponenti dell’intellighentia dell’epoca, giornalisti, scrittori, editori. Un fascinoso romanzo epistolare (2142 pagg., 764 lettere, 85 foto, un migliaio i nomi ricorrenti, 35 euro) da cui, fra sotterfugi, stratagemmi, astuzie, attingere una miniera di notizie le più variegate. Amante appassionato, impetuoso, travolgente, De Roberto, per il tramite di un focoso, insistito, spregiudicato rammemorare, mira a rinnovare ebrezze amorose, consolidare vincoli carnali, quasi a viepiù tener legata la sua “femminuccia”. Talora melodrammatico, enfatico fino al parossismo, alla sfacciataggine, all’impudicizia, alla violenza.