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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cultura

Il mito di Stefano Pirandello torna con "Timor sacro"

Affiora dopo 40 anni un'opera del figlio di Luigi Pirandello, a cura di Sarah Zappulla Muscarà. A...

"Schiacciato da questo cognome, egli ha deciso di farsi scoprire e di essere un autore postumo", afferma Sarah Zappulla Muscarà, curatrice di un'opera che viene alla luce dopo 40 anni, solo alla fine del 2011. Si tratta di "Timor Sacro", opera postuma, e forse il capolavoro di Stefano Pirandello (1985-1972), "autore di grande fascino e mistero, così come deve sempre essere l'arte".

Spesso nascosto sotto lo pseudonimo di Stefano Landi, il primogenito del drammaturgo agrigentino Luigi Pirandello, ha forse sempre rifugiato, in vita sua, la critica e il successo, scegliendo di vivere nell'ombra, "senza mai approfittare della fama internazionale della figura paterna". "Timor sacro", edito da Bompiani, con il patrocinio del Comune di Agrigento è "il testamento spirituale di Stefano", come ha affermato Milioto stamattina a una prima presentazione del libro.

Morto nel 1972, Stefano Pirandello inizia a far parlare di sè, a svelarsi al mondo, con un linguaggio, lontano da quello del padre e che si presenta particolarmente difficile, intrecciato in una struttura a più livelli, articolata, dalla quale emergono temi diversi, ma sempre attuali, moderni. Difficile il suo stile, così come il suo teatro, anche questo scoperto e studiato da Sarah Zappulla Muscarà, ordinario di letteratira italiana all'università di Catania.

Il rapporto complesso con il padre e con la figura materna, l'influenza del rapporto dei suoi genitori su di lui, permettono di scoprire una diversa prospettiva anche dal punto di vista dello studio di Luigi Pirandello. Stefano è poi un uomo del suo tempo, completamente immerso nella vita sociale, intellettuale e politica a lui contemporanea e l'opera trabocca di riferimenti a personaggi, aspetti, problematiche del Novecento. Nella lettura, ricca di spunti biografici e storici, trovano posto riflessioni che non hanno tempo e luogo, come quello del valore della memoria. La memoria intesa sia come "immaginario", sia come "ricerca". L'immagine sensibile che diventa ricordo e la ricerca del passato, si combinano in "Timor sacro", diventando impegno etico.

"Un libro 'fuori di chiave', per usare le parole di Luigi Pirandello", afferma Enzo Lauretta, fondatore e presidente del centro nazionale di Studi pirandelliani, il quale nel suo intervento pieno di spunti e di citazioni tratte dal libro, ritrae i punti salienti dell'opera e della figura misteriosa del suo autore. Lauretta afferma soprattutto che l'amore di Stefano per il padre era straordinario, "al di là del timor sacro".

Un romanzo "pericoloso", lo definisce la curatrice del libro Zappulla Muscarà, "perchè è una scrittura impegnata, fatta di cuore e di tenebra". La presentazione ufficiale del libro avrà luogo al Collegio dei Filippini alla fine di gennaio. "Un doveroso omaggio", afferma Marco Zambuto che non ha potuto fare a meno di prendere a cuore un'opera che nasce da questa terra.

Foto di Calogero Montana Lampo

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