Casa Barbadoro, la scrittrice Teresa Fiore presenta "Spazi pre-occupati"
Il libro "Spazi pre-occupati. Una rimappatura delle migrazioni transnazionali e delle eredità coloniali italiane" (Le Monnier Università), di Teresa Fiore, sarà presentato mercoledì 28 luglio alle 19,30 a casa Barbadoro nella Valle dei Templi. L’autrice dialogherà con lo scrittore Enzo Russo.
Siciliana di nascita, Teresa Fiore vive e lavora da molti anni negli Stati Uniti, dove al momento occupa la cattedra Inserra di Italianistica e Italoamericanistica della Montclair University: la questione della migrazione è perciò indissolubilmente legata alla sua vita accademica e personale. In questo saggio, uscito per la prima volta in lingua inglese nel 2017, vincitore di numerosi premi (dall’AAIS 2017 e dal Premio Marraro/MLA 2018 negli USA al secondo posto al Premio Gadda 2019 a Edimburgo) e oggi pubblicato in traduzione italiana con una nuova introduzione, affronta il tema della diaspora italiana nel mondo mettendolo in relazione con quello dell’immigrazione contemporanea.
Nei primi cento anni dopo l’unificazione, circa 27 milioni di persone lasciarono l’Italia in direzione degli Stati Uniti, dell’America Latina, del Nord Europa o, in misura minore, delle ex colonie. Un altro mezzo secolo più tardi, questa dispersione demografica è cresciuta ulteriormente, con la fuoriuscita di altri 30 milioni circa di connazionali, più o meno giovani e più o meno diplomati, partiti per cercare fortuna all’estero. Nel frattempo, a partire dagli anni Settanta e con una brusca accelerata negli ultimi vent’anni, l’Italia è diventata anche un paese d’arrivo. Le storie dei migranti che sbarcano sulle coste italiane, e siciliane in particolare, non sono poi così diverse da quelle dei nostri avi: come loro, hanno lasciato le loro case per intraprendere un lungo e pericoloso viaggio per mare, e come loro devono lottare per integrarsi.
L’analisi di Teresa Fiore parte da qui, e dalla constatazione che, mentre i flussi migratori in entrata generano ansie e timori nella popolazione, il passato coloniale del nostro paese e il vissuto degli emigranti sono coperti da una sorta di amnesia collettiva, per proporre una nuova mappatura della cultura italiana che tenga conto di entrambi i fenomeni. Il titolo del libro, Spazi Pre-Occupati, gioca sul doppio significato che l’aggettivo “preoccupato” può assumere: con il trattino, “già occupato da altri”, come i luoghi in cui gli immigrati si trovano a vivere, senza trattino, “in ansia, timoroso”, come sono sia i nuovi arrivati che i residenti di lunga data, che si vedono reciprocamente come ostili.
Facendo leva su studi storici e sociologici, l’autrice analizza una serie di momenti fondamentali dell’esperienza del migrare – il viaggio per mare, la conquista di uno spazio domestico, la ricerca di un lavoro – così come vengono rappresentati in opere letterarie, teatrali, cinematografiche e musicali, del passato e contemporanee. La geografia del saggio, che spazia dall’Argentina alla Francia e agli USA, e dalla Romania al Corno d’Africa, è intrisa di luoghi siciliani e del Mediterraneo come punti di partenza e di arrivo dei migranti di ieri e di oggi, dalla Petralia Sottana del primo Novecento ricostruita nel film Nuovomondo di Emanuele Crialese, al braccio di mare tra la Sicilia e la Tunisia in cui si muovono i pescatori protagonisti di Tornando a casa di Vincenzo Marra.