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Giovedì, 28 Marzo 2024
Tecniche agronomiche / Menfi

Produrre vini di altissima qualità studiando il suolo di matrice calcarea, al Vinitaly il progetto "Veisca”

Cantine Settesoli, capofila del piano di lavoro, ha selezionato otto aziende tra quelle conferitrici della cooperativa

Produrre vini di altissima qualità, riconoscibili e fortemente legati ai territori di Menfi, attraverso lo studio dei suoli di matrice calcarea. È questo l’obiettivo del “Progetto Veisca”, nato nel 2020 dalla collaborazione di Cantine Settesoli con il dipartimento Saaf dell’università di Palermo, il dipartimento di Scienze agrarie ed ambientali dell’università di Milano, Sachim e l’ente nazionale di ricerca Crea. Per gestire l’influenza che tale tipologia di suolo esercita sull’attività vegeto-produttiva delle piante e sulle caratteristiche delle uve e dei vini prodotti sono stati adottati specifici protocolli viticoli ed enologici: tecniche innovative finalizzate a ottimizzare i processi produttivi in termini di sostenibilità ed efficienza, esaltando le qualità organolettiche delle uve e, allo stesso tempo, affrontando i cambiamenti climatici, in modo che non influenzino gli standard qualitativi dei vini. 

Altro importante obiettivo è quello di creare un protocollo applicabile ad altre realtà regionali ed extraregionali che presentino caratteristiche climatiche ed enologiche simili, nonché quello di soddisfare, all’interno di un mercato che tende alla standardizzazione dei vini, una fascia di consumatori sempre attenta alle caratteristiche dei prodotti e al contesto territoriale di riferimento.

“Il territorio di Menfi, oltre a essere particolarmente ricco in biodiversità, rappresenta un giacimento di suoli calcarei, nonché un laboratorio a cielo aperto - afferma Roberta Urso, responsabile Pubbliche relazioni di Cantine Settesoli -. I suoli calcarei, infatti, hanno un’influenza sul metabolismo primario e secondario della pianta che, con microclima e stato idrico, concorrono a determinare le caratteristiche delle uve stesse”.

Partendo da tali presupposti e dall’analisi del rilevamento pedologico effettuato nel 2008 in collaborazione con l’assessorato Agricoltura e Foreste Regione Siciliana sul territorio di Menfi, Cantine Settesoli, capofila del progetto, ha selezionato otto aziende tra quelle conferitrici della cooperativa. Condizione necessaria era la coltivazione di uve autoctone, quali Grillo e Nero d’Avola, e tra gli internazionali, Chardonnay e Syrah, purché avessero stessa età e sesto di impianto, e coltivate su suoli calcarei di due differenti tipi: calcareo marnoso e calcareniti giallastre.  

Lo studio che sarà presentato al Vinitaly, relativo alla vendemmia 2021, è finalizzato a evidenziare le differenze ottenute attraverso la vinificazione delle uve prodotte nei differenti terroir. Un focus specifico sarà, inoltre, dedicato all’adozione di particolari pratiche colturali: dall'applicazione di reti ombreggianti, utili a contrastare il cambiamento climatico e a preservare l’acidità delle uve, all’inerbimento temporaneo, attraverso l’utilizzo di veccia e orzo. I risultati dimostrano che l’applicazione di queste tecniche agronomiche determina un quadro di miglioramento nella qualità delle uve e nell’esaltazione delle caratteristiche organolettiche tipiche delle varietà oggetto della ricerca.

A dimostrazione di ciò, al termine del Workshop “Veisca: Tecniche viticole ed enologiche innovative per la valorizzazione dei suoli calcarei”, che si terrà in occasione della 55° edizione del Vinitaly domenica 2 aprile, presso lo spazio eventi, all’interno del padiglione 2 Sicilia, verranno degustati alcuni campioni di Grillo, Nero d’Avola e Syrah per valutare l’impatto di questi protocolli viticoli ed enologici sui vini oggetto della degustazione.

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