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Venerdì, 19 Aprile 2024
Le istruzioni

Scatta la "tregua fiscale", cosa si può sanare e come fare

Con una circolare, l'Agenzia delle Entrate spiega tutte le possibilità e le modalità per usufruire delle agevolazioni previste dalla Legge di bilancio 2023

E' tempo di "tregua fiscale". Gli italiani hanno la possibilità di chiudere i conti col Fisco e sanare eventuali posizioni critiche. Questo grazie a un pacchetto di misure inserite nella Legge di bilancio 2023. Con una circolare, l'Agenzia delle Entrate spiega tutte le possibilità e le modalità per usufruire delle agevolazioni.

Nella circolare dell'Agenzia delle Entrate ci sono le indicazioni su:

  • irregolarità formali relative a imposte sui redditi, Iva e Irap commesse fino al 31 ottobre 2022;
  • "ravvedimento speciale” previsto per le violazioni sulle dichiarazioni relative al periodo d’imposta 2021 e precedenti:
  • come regolarizzare gli omessi pagamenti di rate;
  • cancellazione dei debiti minori di importo fino a 1.000 euro affidati all’Agente della riscossione dal 2000 al 2015;
  • definizione agevolata dei carichi affidati dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022.

Ci sono anche indicazioni sulle misure in materia di contenzioso pendente (definizione agevolata delle controversie tributarie, conciliazione agevolata delle controversie tributarie innanzi alle Corti di giustizia tributaria, rinuncia agevolata dei giudizi  tributari pendenti innanzi alla Corte di cassazione).

Quanto e come pagare

L’Agenzia delle Entrate spiega che per regolarizzare le violazioni formali occorre versare una somma pari a
200 euro per ciascun periodo d’imposta cui si riferiscono le violazioni e rimuovere le irregolarità od omissioni.

Il versamento va eseguito in due rate di pari importo, la prima entro il 31 marzo 2023 e la seconda entro il 31 marzo 2024.

Cosa si può rateizzare

Le Entrate chiariscono quali violazioni possono essere regolarizzate e quali no. Ttra gli esempi di violazioni formali ammesse alla regolarizzazione rientra, per esempio, l’omessa comunicazione della proroga o della risoluzione del contratto din affitto con cedolare secca.

Tra quelle non ammesse rientrano invece le violazioni formali già contestate in atti divenuti definitivi al 1°gennaio 2023, e quelle contenute negli atti di contestazione o irrogazione delle sanzioni emessi nell’ambito della procedura di collaborazione volontaria.

Cosa prevede il nuovo "ravvedimento speciale"

Il “ravvedimento operoso speciale” permette di regolarizzare le violazioni concernenti le dichiarazioni presentate relative al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2021 e ai periodi di imposta precedenti. I contribuenti possono pagare un importo pari a un diciottesimo del minimo delle sanzioni, oltre all’imposta e agli interessi dovuti. Entro il 31 marzo 2023 va effettuato il pagamento dell’intero importo oppure della prima rata nel caso di pagamento rateale. Sempre entro il 31 marzo andranno rimosse le irregolarità e le omissioni oggetto del ravvedimento.

Nel caso del ravvedimento speciale è possibile ricorrere all’istituto della compensazione. In ogni caso, per beneficiare della regolarizzazione è necessario che, alla data del versamento di quanto dovuto o della prima rata, le violazioni non siano state già contestate con un atto di liquidazione, di accertamento o di recupero, contestazione e irrogazione di sanzioni.

Adesione agevolata, cosa è

Prevista la definizione agevolata degli atti del procedimento di accertamento riferibili ai tributi amministrati dall’Agenzia delle Entrate. In questo caso, si paga solo un diciottessimo della sanzione prevista dalla legge.

Possono essere definiti:
- gli accertamenti con adesione relativi a processi verbali di constatazione consegnati entro il 31 marzo 2023, ad avvisi di accertamento e avvisi di rettifica e di liquidazione non impugnati e ancora impugnabili alla data del 1° gennaio 2023 e quelli notificati successivamente, ma entro il 31 marzo 2023, agli inviti al contraddittorio notificati entro il 31 marzo 2023;
- gli avvisi di accertamento, gli avvisi di rettifica e di liquidazione e gli atti di recupero, qualora alla data del 1° gennaio 2023, non siano stati impugnati e siano ancora impugnabili; o siano notificati dall’Agenzia delle entrate successivamente a tale data, fino al 31 marzo 2023.

Cosa succede per chi non ha pagato una rata

La procedura prevede la possibilità di regolarizzare l’omesso o carente versamento delle rate successive alla prima. La procedura di regolarizzazione si applica inoltre agli importi, anche rateali, relativi alle conciliazioni scaduti al 1° gennaio 2023 e per i quali non sono stati ancora notificati la cartella di pagamento oppure l’atto di intimazione. Non si può procedere alla compensazione. Il contribuente chiude il contenzioso pagando integralmente quanto dovuto, a prescindere dal pagamento rateale.

La circolare chiarisce che alla data del 1° gennaio 2023 la rata da regolarizzare deve essere scaduta, deve quindi essere decorso il termine ordinario di pagamento. È possibile regolarizzare l’omesso pagamento anche quando, alla data del 1° gennaio 2023, sia intervenuta una causa di decadenza da rateazione.

Cancellati i debiti fino a mille euro

Previsto lo stralcio dei debiti fino a 1.000 euro affidati agli agenti della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015.

La definizione agevolata delle controversie tributarie riguarda le controversie attribuite alla giurisdizione tributaria pendenti al 1° gennaio 2023 in ogni stato e grado del giudizio, compreso quello in Cassazione e quello instaurato a seguito di rinvio. Richiede il pagamento di un determinato importo correlato al valore della controversia e differenziato in relazione allo stato e al grado in cui pende il giudizio da definire.  La definizione agevolata si perfeziona con la presentazione di una domanda di definizione e con il pagamento eseguito, entro il 30 giugno 2023, dell’integrale importo dovuto per ciascuna controversia autonoma. È esclusa la possibilità di fruire della compensazione. Nel caso in cui gli importi dovuti superino euro 1.000 è ammesso il pagamento rateale in un massimo di 20 rate trimestrali.

(fonte: Today)

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