Primo maggio, c'è poco da festeggiare: sono oltre 30mila i soggetti in cerca di occupazione
I sindacati Cgil, Cisl e Uil lanciano l'allarme: tanti i cittadini a rischio povertà che potrebbero cadere nelle mani della criminalità organizzata
Primo maggio, festa del Lavoro "amara" in provincia di Agrigento dove sono oggi 30mila le persone alla ricerca di occupazione. A lanciare l'allarme sono i sindacati Cgil, Cisl e Uil.
"Purtroppo - dicono i segretari generali Alfonso Buscemi, Emanuele Gallo e Gero Acquisto - la crisi che si sta vivendo in tutta la penisola, più acuita in un territorio come il nostro che già paga un prezzo salatissimo da anni, rischia addirittura di degenerare. Il lavoro deve tornare ad essere al centro dell'azione politica ed amministrativa, ma questo deve avvenire in assoluta sicurezza, perché non possiamo continuare a parlare, con cadenza giornaliera, di morti cosiddette bianche. Occorre eliminare il divario sociale e potenziare la sanità visto che molti nodi, in questo anno di Covid 19, sono venuti al pettine; al contempo, bisogna riaprire quanti più cantieri possibili: l'edilizia può rappresentare la valvola di sfogo dell'economia nazionale e agrigentina in particolare. L'utilizzo dei fondi del Recovery Found deve rappresentare una grande risposta per creare occasioni di lavoro per i tanti giovani, i nostri giovani, che non possono continuare a emigrare per cercare fortuna".
Secondo i segretari, "il Covid ha allargato ulteriormente la forbice tra chi aveva tanto e chi possedeva poco o nulla e, se non si fa nulla per rimediare, il rischio che ci siano delle rivolte sociali è dietro l'angolo. Pensiamo ai diversi lavoratori in nero, i cosiddetti ultimi, tranne qualche eccezione, non sono mai stati tenuti in considerazione. Il rischio è che queste persone, per bisogno o per disperazione, possano rappresentare delle armi in più della criminalità organizzata".