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Martedì, 16 Aprile 2024
L’intervento

Scavi per riportare alla luce il teatro di Akragas e rinascita di Eraclea Minoa e Villa Romana: pioggia di euro sulla provincia

La Regione mette a disposizione oltre 100 milioni di euro, somme che saranno destinate anche in provincia di Agrigento. Si tratta dei cosiddetti “Fondi del piano sviluppo e coesione” per valorizzare il patrimonio archeologico

Sono ben 103 i milioni di euro stanziati per i beni culturali siciliani.  Arrivano direttamente dalla Regione e serviranno anche a finanziare le indagini e i cantieri di scavo del teatro dell’antica Akragas (un vero e proprio tesoro nascosto di cui si parla da anni), ma anche il restauro e la valorizzazione della Villa Romana di Realmonte e quello dell’area archeologica di Eraclea Minoa dove si trova il teatro che era stato posto sotto sequestro.

Per quanto riguarda gli scavi del teatro di Akragas, la Regione ha stanziato per questo specifico progetto un milione di euro. Per quanto riguarda Villa Romana a Realmonte arriveranno invece ben 2 milioni e mezzo di euro mentre per Eraclea Minoa sono previsti 2 milioni di euro. Il totale investito in provincia di Agrigento ammonta così a 5 milioni e mezzo di euro.

Lo stanziamento è stato deciso dal governo regionale su proposta dell’assessore dei Beni culturali e dell’Identità siciliana Alberto Samonà.

Si tratta di un provvedimento che consente di restaurare importanti elementi del patrimonio storico-monumentale in tutte e nove le province dell’isola e di finanziare diversi cantieri di scavo archeologico.

Si tratta dei cosiddetti “Fondi del piano sviluppo e coesione” che garantiranno la copertura economica di una cinquantina di interventi messi a punto dal Dipartimento dei beni culturali diretto da Calogero Franco Fazio.

“Grazie a questi interventi – ha detto l’assessore Samonà – si potranno restaurare importanti testimonianze del nostro patrimonio culturale e realizzare quelle opere indispensabili per la tutela, la conservazione e la valorizzazione dei luoghi della cultura della nostra Sicilia. Prendersi cura dei beni culturali vuol dire guardare al futuro della nostra terra, perché così si creano le condizioni per uno sviluppo anche economico dei territori che si basi sull’identità e sulla storia plurimillenaria della Sicilia”.

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