E' morto un "invisibile": viveva da anni in un'auto abbandonata, era stato salvato dai volontari
L'uomo si chiamava Ion, era un esule romeno che da anni si trovava nella nostra città: da un anno circa aveva trovato una casa
"Ciao Ion, Nello per noi, amico che eri senza un tetto da 15 anni". Inizia così un post pubblicato da Anna Marino, presidente dell'associazione "Volontari di Strada", che sui social ricorda un cittadino romeno che da anni viveva nella nostra città da clochard.
Un "invisibile", uno dei tanti abbandonati dalle istituzioni (e non solo) ai margini della società. Persone che invisibili non sono, non possono essere, perché fatte di carne, sangue, sogni.
Speranze infrante, consumate in una vita trascorsa sotto un ponte, dentro una macchina abbandonata, nutrendosi di quello che veniva donato.
Una speranza che era in parte rinata quasi un anno fa, quando l'associazione era riuscito a donare a lui e ad un altro senza fissa dimora Costantin (anche lui deceduto a dicembre scorso) una casa in cui vivere e una nuova prospettiva di vita.
"Per noi Volontari di Strada è una giornata di lutto - racconta ancora Marino - , un lama inflitta nel nostro cuore. Abbiamo fatto la nostra parte, ti abbiamo accettato come un fratello e per quello che conta, dato una casa, assistenza, vicinanza fraterna, in qualsiasi momento. Ma abbiamo il cuore infranto, sentiamo l'impotenza di coloro, magari potevano offrirti di più. Ma oltre non potevamo permettercelo".
Se questa, in parte, la storia di uno dei tanti "invisibili", proprio nella zona in cui Ion stazionava (siamo nei pressi del viadotto Garibaldi) insistono dei veri e propri "accampamenti" di persone che vivono tra rifiuti e abbandono, in piccole baraccopoli ai limiti della tollerabilità umana. Luoghi in cui lo Stato non arriva, se non per saltuarie (e inutili) operazioni di sgombero.