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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Vittime di mafia: in ricordo di Nino, Giovanna e quel bimbo mai nato

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di AgrigentoNotizie

Percorrendo il lungomare Cristoforo Colombo di Villagrazia di Carini, ti salta agli occhi una lapide commemorativa, installata il 5 Agosto 2011 a ricordo di Antonino Agostino e della giovane moglie Giovanna Ida Castelluccio. Antonino Agostino era nato a Palermo il 28 marzo del 1961. Lavorava alla questura di Palermo, al commissariato San Lorenzo. È entrato a far parte della Polizia di Stato in qualità di agente ausiliario il 15 settembre 1985. Coniugato con Giovanna Ida Castelluccio, assassinata assieme al marito il 5 agosto del 1989, in un agguato mafioso, mentre si stava recando insieme alla moglie Ida Castelluccio a Villagrazia di Carini (PA) per festeggiare il compleanno della sorella. Agostino prestava servizio presso il commissariato San Lorenzo dove svolgeva indagini nei confronti della cosca mafiosa di San Lorenzo. Il suo lavoro consisteva nell'espletare indagini a carico di elementi appartenenti alla criminalità organizzata e nella ricerca di latitanti di mafia.

Negli anni 90 Antonino Agostino e la moglie Ida sono stati riconosciuti vittime di Mafia. Nel 2005 la speranza del papà Vincenzo Agostino,di trovare i mandanti, si colora di "buio",dall'Alto della Giustizia si decide di opporre sul caso, il SEGRETO DI STATO, cioè, un vincolo giuridico che determina l'esclusione di una determinata notizia dalla divulgazione, ponendo delle sanzioni nei confronti di chi violi l'obbligo di non divulgazione. Qualcuno dirà: Certo non è un "GRANDE" caso, non come quello di illustri personaggi purtroppo uccisi, ma l'omicidio dell'agente Agostino non è meno fitto di segreti di stato, intrecci e collusioni oscure tra istituzioni, servizi segreti e mafia. Un altro delitto, avvolto nel mistero. Da allora la famiglia di Nino si e' battuta e lo sta ancora facendo, per cercare una verita' che lo stato non vuole dare. Vincenzo Agostino ha fatto di tutto per far conoscere la storia del figlio. Da quel tragico 5 agosto non si è più tagliato barba e capelli, e non lo farà fino a quando non arriverà la verità sulla morte del figlio, della nuora e di quel bimbo mai nato.

Anch'io ho voglia di farmi crescere la barba, forse tutti noi dovremmo farlo, fino a quando non verranno assicurati alla giustizia i colpevoli,per il rispetto di un giovane poliziotto ucciso da non si sa chi, per amor di verità, per trionfo di giustizia. Sono passati 27 anni da quella tragica sera ed ancora oggi, le famiglie Agostino e Castelluccio, non hanno ottenuto giustizia. In una recente intervista Vincenzo Agostino disse: "In Sicilia ci sono vittime di serie A e di serie B. E noi ci sentiamo di appartenere alla seconda fascia. I parlamentari fanno solo chiacchiere e passerelle, ognuno di loro ha le proprie noie nel partito d'appartenenza e fa poco. Non sappiamo più a chi rivolgerci per avere giustizia".

Disse Marthin Luther King: "No, non siamo ancora soddisfatti, e non lo saremo finché la giustizia non scorrerà come l'acqua e il diritto come un fiume possente".

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