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Giovedì, 25 Aprile 2024
Tribunale

"Entra in casa di un'avvocato, la deruba e la palpeggia": chiesta condanna a 5 anni e 2 mesi

Un 22enne è accusato pure di avere maltrattato la madre per 7 anni picchiandola ed estorcendole del denaro: le due presunte vittime ritirano la denuncia ma il processo continua

Cinque anni e 2 mesi di reclusione per l'accusa di furto e violenza sessuale ai danni di un avvocato nonchè maltrattamenti ed estorsione alla madre. Sono le richieste del pm Cecilia Baravelli nei confronti di un ventiduenne. 

Il giovane, attraverso i difensori, gli avvocati Annalisa Russello e Daniele Re, ha chiesto il giudizio abbreviato: per questo la richiesta di pena è ridotta di un terzo. G.C., a partire dal 2015 e fino al maggio scorso, avrebbe maltrattato la madre colpendola ripetutamente con calci e pugni per costringerla a consegnargli i soldi che gli servivano per comprare la droga. La donna sarebbe stata sistematicamente insultata e sarebbe stata costretta, in alcune circostanze, a fuggire dall'abitazione per evitare di essere ancora picchiata.

I soprusi e i pestaggi sarebbero avvenuti anche in presenza della sorella minorenne dell'imputato che, in una circostanza, avrebbe pure picchiato selvaggiamente la fidanzata che non volle denunciarlo. Quel giorno, invece, si sarebbe scagliato per l'ennesima volta contro la madre che avrebbe cercato di difendere la ragazza. Il ventiduenne è accusato pure di estorsione ai danni della madre che sarebbe stata strattonata, spintonata, e picchiata a calci e pugni per costringerla a dargli i soldi - per importi variabili fra i 50 e i 200 euro -, necessari per comprare la droga. "Dammi i soldi...  ti ammazzo...ti brucio la macchina" - le avrebbe detto.

Le estorsioni si sarebbero consumate sempre per circa 7 anni, a partire dal 2015. Il 26 febbraio del 2022, invece, avrebbe realizzato il primo furto ai danni dell'avvocato alla quale avrebbe rubato 600 euro e un carnet di assegni trovati nella borsa. Il 19 marzo andò molto peggio perchè, dopo essersi introdotto all'interno dell'abitazione della professionista, si sarebbe impossessato di 150 euro, due carte di debito e un carnet di assegni che si trovavano nella borsa. Subito dopo, prima di fuggire, si sarebbe trovato la donna davanti e l'avrebbe immobilizzata palpeggiandole il seno prima di fuggire. Con le carte di debito, infine, avrebbe fatto cinque prelievi appropriandosi di una somma di denaro di 1.400 euro. 

Accuse che, secondo il pm, sono provate nonostante la madre, sentita in aula, abbia ridimensionato alcune circostanze.

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