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Cronaca

Violenza tra le mura di casa, il "Telefono Aiuto": "Sempre più donne denunciano"

Nell’Agrigentino, durante il 2017, il servizio di cui è responsabile Antonella Gallo Carrabba, si è occupato di 70 nuovi casi di maltrattamenti in famiglia, stalking e violenza sessuale

Cresce la violenza fisica, psicologica, talvolta anche carnale, all’interno delle mura domestiche. Le donne fino ad ieri vittime silenziose, adesso chiedono aiuto, si ribellano. Alcune, spontaneamente si recano dai carabinieri o dalla polizia e formalizzano denuncia contro il marito, il fidanzato, l’ex compagno “orco”. Altre, fanno il percorso inverso: cercano un appiglio, un’ancora di salvezza, nel centro antiviolenza e antistalking di Agrigento “Telefono Aiuto”. Vengono seguite da psicologi e avvocati e maturano, quale unica strada d’uscita, la decisione di formalizzare denuncia. Nell’Agrigentino, durante il 2017, “Telefono Aiuto”, di cui è responsabile Antonella Gallo Carrabba, si è occupato di 70 nuovi casi di maltrattamenti in famiglia, stalking e violenza sessuale fra le mura domestiche.

Dottoressa Gallo Carrabba, aumentano i casi di maltrattamenti in famiglia, stalking e violenza sessuale nell’Agrigentino. Ma aumentano anche le denunce?

“Per molte donne, non è facile denunciare. Ma rispetto agli anni passati, rispetto al 2003 quando ha aperto “Telefono Aiuto”, le donne coraggiose sono aumentate. In maniera esponenziale quelle che ci cercano, che chiedono un colloquio o un appuntamento. Ed è il primo approccio ad un percorso nuovo. Durante il 2017 sono state almeno una decina le donne che, dopo aver seguito il percorso del centro antiviolenza, hanno scelto di denunciare. E la denuncia non è che solo l’inizio di un altro lungo e complicato percorso. Ma ci sono anche tante donne che, magari dopo il consiglio dell’avvocato o anche per disperazione, vanno da sole dai carabinieri e dalla polizia. E in questo caso sono le stesse forze dell’ordine che consigliano e chiamano il 'Telefono Aiuto'. Il centro antiviolenza e antistalking garantisce assistenza e consulenza legale, supporto psicologico e ogni tipo di informazione”.

Nell’Agrigentino, ci sono Comuni che possono considerarsi “capitali” della violenza?

“Purtroppo sì. A Favara, Porto Empedocle e Licata si registrano il maggior numero di casi di violenza all’interno delle pareti domestiche. Era così nel 2003, quando 'Telefono Aiuto' ha aperto i battenti, ed è così anche adesso”.

Di recente, “Telefono Aiuto” ha seguito dei casi particolari?

“Appena stamattina (ieri ndr.) ci siamo occupati di un ennesimo caso a Favara. Da Natale ad oggi sono già tre i nuovi casi di violenza registratisi, tutti all’interno dei contesti familiari. E sono storie dolorose, talvolta veramente difficili da razionalizzare”.

Entrando nello specifico, nel 2017 vi siete occupati di casi di violenza sessuale fatta da genitori su figli?

“Purtroppo sì. Stiamo seguendo un caso che scompagina anche quello che noi, normalmente, diciamo ai giovani. Grazie ad un progetto portato avanti dalla Questura di Agrigento, siamo stati nelle scuole per sensibilizzare ed educare contro la violenza. Ai ragazzi ripetiamo sempre che, nel momento in cui c’è un problema, ci si può e ci si deve rivolgere a mamma e papà. Perché basta semplicemente un loro sguardo per cominciare a sentirsi bene e sicuri. Purtroppo, però, anche se sono casi sporadici, talvolta, un genitore può diventare la sorgente di un incubo”.

Denunciare d’aver subito violenza sessuale è sempre difficile. Ma ci sono casi in cui è praticamente impossibile?

“Ci sono violenze sessuali che spesso le donne non ammettono neanche con loro stesse. E sono quelle fatte dal marito con il quale si tenta, disperatamente, di riallacciare un rapporto. Ci sono coppie che vivono ancora sotto lo stesso tetto, ma di fatto i coniugi sono ormai separati: dormono in letti diversi, mangiano in momenti diversi. Poi però, magari anche in maniera subdola, l’uomo impone un rapporto. E la donna, sperando forse anche che le cose possano cambiare, subisce. Perché la violenza sessuale fatta dal marito che ancora non è ex è quasi come se fosse normale”.

“Telefono Aiuto” si sta occupando di recente anche di uomini-vittima. E’ vero?

“Ci stiamo occupando, grazie anche al rinnovato protocollo d’intesa con la Questura, di uomini maltrattanti e di uomini vittime. Aiutare l'uomo maltrattante ad uscire fuori da una sorta di tunnel psicologico che impone il ricorso alla violenza corrisponde, del resto, anche a salvare le donne. C’è un caso che in maniera particolare mi riempie di orgoglio. Non è stato semplice, ma dopo molteplici incontri chiarificatori e dopo anni siamo riusciti a salvare una famiglia perché l’uomo non si è mai più permesso di picchiare la moglie. E poi ci sono anche uomini che subiscono violenza psicologica ed economica da parte della moglie”. 

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