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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Senza stipendi da 10 mesi, Villa Betania rischia di chiudere

Il Comune di Porto Empedocle deve retribuzioni relative anche agli anni 2016/2017 pari a 185.000 euro. Rette non pagate, anche se in minima parte, anche dai Municipi di Agrigento e Licata

Rette non pagate dalle amministrazioni comunali, Porto Empedocle soprattutto. Villa Betania - l'istituto di assistenza di Agrigento - rischia di chiudere. Stamani, in Prefettura, alla presenza dei rappresentanti dei Comuni di Agrigento, Porto Empedocle e Licata, si è svolta la procedura di raffreddamento della vertenza. Procedura che ha avuto esito negativo. I lavoratori restano pertanto in stato di agitazione, senza escludere la possibilità d'arrivare a dure forme di protesta.

"A causa di rette non pagate, in minima parte dal Comune di Agrigento e dal Comune di Licata, ma soprattutto a causa delle numerose rette non pagate del Comune di Porto Empedocle, i lavoratori che comunque continuano diligentemente a svolgere il proprio lavoro, avanzano da Villa Betania spettanze per ben 10 mensilità e tredicesima - scrive la segretaria generale della Cisl Floriana Russo Introito - . Oltre a quelle ricadenti nella gestione commissariale, infatti, il Comune di Porto Empedocle deve retribuzioni relative anche agli anni 2016/2017 pari a 185.000 euro. Lo stesso Comune, inoltre, in aggiunta alle quote spettanti non versate, ha trattenuto le quote relative ai contributi versati dagli stessi anziani in compartecipazione delle spese sostenute, appropriandosi di somme che sarebbero dovute andare per intero nella casse di Villa Betania".

"Ci chiediamo - incalza la sindacalista - quale lavoratore sia disposto ad aspettare tanto tempo, in situazione di disagio economico e familiare, pur prestando la propria attività lavorativa al servizio di anziani soli che non hanno possibilità di una residenza o di un’ assistenza continua. Fra questi, molti ospiti della Villa sono anche in situazione di completa non autosufficienza. I lavoratori non si trovano dinanzi alla implicita affermazione che “se non lavori non mangi”, a Villa Betania nonostante si continui a lavorare soprattutto per una forte vicinanza all’anziano, non si riesce comunque a recuperare il minimo necessario per il proprio sostentamento".

La Cisl ha già chiesto ai responsabili prefettizi di farsi portavoce presso il Governo regionale "per lo sblocco di ulteriori somme, previste per legge ma non erogate. Situazione questa che potrebbe lenire questo grave disagio, scongiurando così la chiusura di un ente storico d'assistenza, ma soprattutto di pubblica utilità".


 

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