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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Covid, Sicilia prima per over 50 non vaccinati: dosi a rilento anche per i giovani

Il dato emerge dalla relazione della Fondazione Gimbe: non immunizzato il 17,7%, su una media nazionale dell'11,6. Ciclo completato invece per il 58,6% dei siciliani. Cartabellotta: "Non ci sono i presupposti per arrivare all'immunità di gregge"

Primato negativo per la Sicilia: l'Isola è la prima regione in Italia per numero di over 50 che non hanno ancora fatto il vaccino anti Covid. Sono il 17,7%, contro una media nazionale dell'11,6. A dirlo è la Fondazione Gimbe che ha diffuso il monitoraggio settimanale che va dall'1 al 7 settembre. Fa molto bene, invece, la Puglia: al 7,1%. Dal documento emerge anche che è il 45% (media nazionale del 36,8%) dei siciliani tra i 12 e i 19 anni non ha ancora ricevuto nessuna dose mentre ad aver completato il ciclo vaccinale contro il virus è il 58,6% della popolazione, a fronte di una media nazionale del 65,9%: a questa percentuale va aggiunto un ulteriore 7,5% di popolazione dell'Isola che al momento ha effettuato la prima dose. 

A livello nazionale aumenta nell’ultima settimana il numero di somministrazioni (1.934.230), ma la media mobile a 7 giorni, dopo il picco di quasi 280mila dosi/die del 3 settembre, è scesa intorno a 256 mila il 7 settembre. "Nonostante l’accelerazione delle forniture– commenta il presidente della Fondazione Nino Cartabellotta – da tre settimane il numero di prime dosi è di fatto stabile intorno a 720-750mila, segno della difficoltà di convincere gli indecisi". 

Nei soggetti vaccinati con ciclo completo, rispetto ai non vaccinati, si registra un netto calo dell’incidenza di diagnosi e soprattutto di malattia severa che richiede ospedalizzazione, ricovero in terapia intensiva o che porta al decesso. Infatti, nelle varie fasce di età, le diagnosi di Sars-CoV-2 si riducono del 76,6-79,9%, le ospedalizzazioni dell’88,8-95,6%, i ricoveri in terapia intensiva del 93,4-96,5% e i decessi del 93,4-100%.

"A fronte di un dibattito politico e di una comunicazione pubblica che rincorrono percentuali target di copertura vaccinale – conclude Cartabellotta – è bene ricordare che oggi non esistono i presupposti epidemiologici per conquistare la cosiddetta immunità di gregge, in grado di proteggere i non vaccinati grazie ad un’elevata percentuale di persone non più suscettibili al contagio, perché vaccinate o guarite".

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