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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Una palla a spicchi per essere felice, Ilaria Milazzo: "Sogno lo scudetto, grazie famiglia mia"

L'esempio della vita la sorella, oggi suora di clausura, una giovane carriera ed un riconoscimento speciale. La canicattinese è il nostro volto della settimana

Sei un imprenditore, uno studente, un pizzaiolo o anche un "cervello" in fuga?  Abbiamo deciso di dare voce agli agrigentini fuori sede. Le loro esperienze, i loro racconti e le loro storie possono essere da esempio per chi ha voglia di tornare o anche di restare. Dedicheremo uno spazio settimanale, un focus che serva a raccontare le vite ormai lontane dall’ombra della Valle dei Templi. Un microfono aperto a tutti, una volta a settimana. Sei un agrigentino fuori sede? Raccontati ad AgrigentoNotizie.

Ballerina? No grazie. Ilaria Milazzo sognava una palla a spicchi, forse da calcio, anzi facciamo da basket. E’ canicattinese la migliore giocatrice italiana di basket, per quanto riguarda la stagione 2018/19. Un riconoscimento importante, un titolo da mettere bacheca e spolverare quando la schiena diventa pesante e le gambe quasi tremano dalla stanchezza. Ilaria di strada ne ha fatta tanta, ha provato tutti gli sport: anche il calcio, ma poi…Ha visto palleggiare la sorella, che oggi è diventata suora di clausura,  ed ha deciso: per essere felici lo sport della sua vita era il basket. E’ Ilaria Milazzo il volto della nostra settimana. Lei, gioca nella Pallacanestro Torino, è un play maker e mastica la serie A da tempo. 

- Ciao Ilaria, raccontaci la tua storia

“Io amo lo sport. Da piccola facevo di tutto, ho anche iniziato a giocare a calcio. Poi ho visto quella palla da basket ed ho deciso, devo anche dire grazie a mia sorella. Sono andata via da casa molto presto, non è stato facile. Devo dire grazie alla mia famiglia, ma davvero. I miei facevano tanti chilometri pur di accompagnarmi agli allenamenti ed io sono molto grata al loro impegno e sacrificio. Ricordo bene quei giorni. Sono andata via dalla Sicilia a 19 anni, all’inizio non è stato semplice. Per quanto mi manca casa mia, potrei scrivere un libro. Io, nutro per questo sport, una forte passione. Ho capito strada facendo che la pallacanestro poteva darmi anche un futuro professionale. Ho dovuto fare una scelta, nell’Agrigentino in quegli anni non c’era nulla che mi potesse aiutare a migliore. Ho scelto di andare via pur di disputare un campionato. Sacrifici? Si, tanti. L’età adolescenziale è stata particolare. Molti miei coetanei uscivano ed andavano alle feste, io avevo tornei e allenamenti. I miei compagni andavano al mare ed io invece andavo via con la nazionale”.

- Quanto c’è oggi di quella ragazzina che ha scelto di diventare professionista?

"La mia passione non è mai cambiata, anzi. Io vivo tutto con agonismo. Io voglio vincere sempre, per me anche fare una partitella in un torneo estivo, è importante. Metto sempre il giusto agonismo. Ricordo che da piccola, quando perdevo le partite, piangevo. Mi arrabbiavo moltissimo. Oggi rispetto a prima sono più matura e paziente, so affrontare le sconfitte e gestirle nel migliore dei modi".

 - Quanto ti ha aiutato la tua famiglia in questo percorso?

“Senza il supporto della mia famiglia io non sarei potuta arrivare da nessuna parte. Ricordo che i miei genitori due volte a settimana mi accompagnavano a Catania. Ricordo bene le domeniche mattine in macchina. Hanno fatto per me dei sacrifici enormi. Non mi hanno mai assillata, anzi. Mi hanno sempre lasciato fare. Mi dispiace sottolinearlo, ma nelle nostre zone se non hai il supporto della famiglia, smetti di fare sport. Soprattutto il basket di un certo livello. Mia sorella? Lei per me è un modello di sport, di vita. Io sono molto legata a lei, sebbene non possiamo vederci o sentirci tutti i giorni. Io mi ispiro a lei, sono fiera di lei”.

- Hai un consiglio per i giovani agrigentini?

“I ragazzi devono essere bravi a seguire i propri talenti e le proprie aspirazioni. Ognuno di noi possiede un talento, mi sento di dire ai giovani che non devono mai smettere di lottare. Devono dare il cento per cento nelle cose nella quale credono. Si deve dare il massimo in quello che si fa, serve determinazione. I risultati arriveranno. Non ci si deve arrendere mai. La ricchezza non è tutto, basta essere ciò che si sogna e si vuole. Molti giovani, come me, sono costretti ad andare via”.

- Sogni di tornare?

"Io si. Sogno di coronare i miei sogni in casa mia. Non è facile, ma io lo sogno. Non mi piace spesso la mentalità nostra, ogni tanto credo che sia chiusa".

- Hai ricevuto un riconoscimento importante, te l’aspettavi?

“A livello italiano un po’ si. Ho fatto delle buone statistiche, quindi ci tenevo. A livello europeo onestamente no. Finalmente mi sono ripresa da tutti gli infortuni. Non è stato semplice. Questo, per me, non è un punto di arrivo. Anzi, è un trampolino di lancio”.

- Qual è il tuo più grande sogno?

“L’obiettivo nel breve termine è quello di fare bene con la mia squadra, che è il Torino, ed ottenere un piazzamento nei play off. Nella pallacanestro sogno di vincere uno scudetto. E’ un mio desiderio, sognare mi dà la possibilità di migliorarmi. A livello personale? Ne ho tantissimi. Vorrei insegnare lo sport, vorrei parlarne anche ai più piccoli e nelle nostre zone. La mentalità sportiva dalle nostre parti è modesta, vorrei insegnare ai ragazzi il movimento sportivo”.  

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