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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Sciacca

Un "ponte" tra l'Ungheria e Sciacca, bimbo di 2 anni potrà guarire dalla leucemia

Il piccolo grazie a delle cellule staminali avrà la possibilità di sconfiggere la terribile malattia

"L'altruismo dei siciliani mi commuove". Commenta così il commissario straordinario dell'Asp di Agrigento, Mario Zappia. Il motivo?E’ un ponte ideale, progettato con l’ingegno della scienza medica ma costruito con i mattoni della generosità, quello che a giorni collegherà Sciacca a Budapest permettendo di salvare la vita ad un bambino ungherese di soli due anni. Dalla fanca del cordone ombelicale del presidio ospedaliero “Giovanni Paolo II” è infatti in partenza un prezioso carico fatto di cellule staminali provenienti da sangue cordonale che permetterà al piccolo di guarire dalla leucemia.

La sacca, donata da una mamma siciliana, raccolta e crioconservata a Sciacca, è stata immediatamente resa disponibile dall’azienda sanitaria provinciale di Agrigento e grazie alla stretta collaborazione con il centro nazionale trapianti, il centro nazionale sangue ed il registro nazionale IBMDR dell’pspedale Galliera di Genova, sarà recapitata in Ungheria per procedere al trapianto delle staminali.

“Suscita forte emozione - afferma il commissario straordinario dell’Asp di Agrigento, Mario Zappia -  pensare che l’altruismo dei siciliani, insieme all’efficienza della Banca del cordone ombelicale di Sciacca, possa rappresentare motivo di speranza per il piccolo paziente ungherese e per i suoi familiari. Quello custodito al ‘Giovanni Paolo II’ è un vero e proprio ‘scrigno ematico’ che conserva le cellule staminali contenute nel sangue cordonale raccolto al momento del parto e che l’Azienda mette a disposizione della comunità medica internazionale".

 Le unità donate rispondono a precisi requisiti di qualità e sicurezza e vengono rese visibili nel registro nazionale '“Italian Bone Marrow Donor Registry” (IBMDR) attraverso il quale le strutture sanitarie di tutto il mondo possono  rintracciare e verificare la compatibilità con i propri pazienti e farne richiesta. La “banca” saccense del presidio ospedaliero “Giovanni Paolo II”, diretta dal dottore Pasquale Gallerano, così come tutte banche cordonali in Italia, custodisce le staminali già commissionate verso il sistema ematopoietico e destinate alla rigenerazione dei globuli bianchi, rossi e delle piastrine. Si tratta di un formidabile strumento che, non a caso, viene spesso indicato in gergo medico “tecnica rescue” in quanto si presenta come un vero e proprio meccanismo di salvataggio attraverso cui ripopolare, in una ventina di giorni, il midollo osseo di pazienti affetti da molte patologie ematologiche come le leucemie e i linfomi o malattie genetiche come l’anemia mediterranea o talassemia. La banca cordonale di Sciacca oltre a raccogliere e custodire le donazioni solidaristiche del sangue cordonale, conserva anche le unità per uso dedicato, cioè quelle da destinare ad un membro della famiglia affetto da una patologia curabile con il trapianto di cellule staminali emopoietiche, oppure da utilizzare nel caso in cui, nell’ambito della stessa famiglia, vi sia un elevato rischio di malattie genetiche che potrebbero riguardare futuri figli.

"La struttura di Sciacca - fanno sapere dall'Asp - è dotata di un’area di stoccaggio con sei locali criobiologici per più di 500 metri quadrati di spazi freddi. Le sale ospitano contenitori criogenici di ultima generazione configurabili sia al funzionamento con azoto liquido sia con i vapori di azoto. Queste aree dispongono di sistemi di sicurezza funzionali al mantenimento dell’integrità a lungo termine delle cellule staminali". 

L'intervento del sindaco Valenti

Una notizia che ci onora, che dà lustro alla nostra città, ai suoi cittadini, ai suoi medici, ai suoi uomini di scienza. Un plauso ai vertici della direzione dell’Asp, dell’ospedale Giovanni Paolo II e a chi dirige con merito la Banca del Cordone Ombelicale di Sciacca”. È quanto dichiarano il sindaco Francesca Valenti e l’assessore alle Politiche Sociali Gisella Mondino nell’apprendere del ponte che si è creato tra Sciacca e Budapest per la donazione di una sacca di cellule staminali  per far guarire dalla leucemia un bambino ungherese. 

“Ci fa immenso piacere - aggiungono il sindaco Valenti e l’assessore Mondino - che la Banca del Cordone Ombelicale di Sciacca goda sempre di considerazione nazionale e internazionale e che continui a essere utile alla Medicina per salvare vite umane. Auguriamo al piccolo ungherese di guarire presto”. 

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