Tuzzolino choc, dimagrito di 15 chili e con le manette ai polsi "per motivi di sicurezza"
L'architetto-pentito, finito ad agosto in carcere per calunnia, è accusato di essersi inventato accuse contro il suo ex legale
Dimagrito di quindici chili e visibilmente provato dalla detenzione in carcere. Jeans, scarpe di ginnastica e al polso non più il rolex ma le manette che non sono state tolte “per motivi di sicurezza”. Si è presentato così, in un'aula del tribunale di Palermo, l'architetto e collaboratore di giustizia Giuseppe Tuzzolino.
Il pentito, finito ad agosto in carcere perchè si sarebbe inventato di sana pianta accuse contro, fra gli altri, il suo ex suocero e un magistrato, è comparso così al processo in cui è imputato di calunnia nei confronti del suo ex legale Salvatore Pennica che, senza essere comunque mai indagato, subì persino una perquisizione da parte della squadra mobile e della Dda perchè l'architetto aveva riferito, secondo l'accusa inventandoselo totalmente, di avergli consegnato supporti informatici contenenti documenti di grande importanza investigativa perchè avrebbero confermato le sue accuse nei confronti di alcune facoltose persone.
"L'atteggiamento dell'avvocato Pennica durante la perquisizione - ha ricostruito l'ex dirigente della squadra mobile di Agrigento, Corrado Empoli - è stato rispettoso e collaborativo, ha messo a nostra disposizione un garage al viale della vittoria che non era da perquisire. Alla fine si sono incontrati casualmente Pennica e Tuzzolino nei corridoi della mobile e alla mia presenza l'avvocato ha chiesto se avesse ricevuto in consegna materiale informatico e l'architetto ha risposto di avere consegnato tutto ai pm Sciarretta e Maggiori della Procura di Agrigento”.
La circostanza del contenuto dello scambio di battute tra il legale e Tuzzolino è stata confermata dalle relazioni di servizio di due poliziotti. Il 19 dicembre sarà sentito lo stesso Pennica che si è costituito parte civile con l'assistenza dell'avvocato Daniela Cipolla.
