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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Truffa nella vendita dei medicinali, "battaglia" sull'investigatore privato

Diego Spanò fu incaricato da due farmacisti di verificare e raccogliere prove contro un collega, difensore lo denuncia per falso

“I farmacisti Di Gangi e Sammartino mi diedero l’incarico di scoprire se il loro collega Mario Terrana vendeva, come sospettavano, farmaci nelle parafarmacie e in effetti ho accertato che era così”. L’investigatore privato Diego Spanò ricostruisce in aula la sua “indagine” svolta per conto dei due clienti che si sentivano danneggiati dalla presunta concorrenza sleale di Terrana che avrebbe venduto medicinali senza la prescrizione medica e in una parfarmacia di sua proprietà, dove non si può vendere nulla per legge se non semplici prodotti da banco.

La sua audizione, davanti al collegio di giudici presieduto da Antonio Genna, è stata al centro di mille contrasti. Innanzitutto i difensori dei dieci imputati hanno ottenuto che la relazione non entrasse nel fascicolo del dibattimento. “E’ illegale perché non sono state rispettate le norme di legge che prevedono che sia un avvocato a conferire l’incarico”.

Lo stesso Spanò, dopo che il tribunale ha ritenuto, comunque, che non ci fossero elementi per farlo testimoniare con l’assistenza del difensore, ha replicato: “Non è così perché si tratta di un incarico conferitomi da privato, solo quando si tratta di indagini difensive deve essere un avvocato a conferirlo”. I giudici hanno comunque deciso di farlo deporre, pur non acquisendo la sua relazione, e ha raccontato – rispondendo all’avvocato Angelo Farruggia, difensore di parte civile – come avrebbe avuto la conferma dei presunti brogli. “Sono entrato nella parafarmacia fingendomi un normale cliente e ho chiesto Oki, Bentelan e altri farmaci senza la ricetta medica. Mi sono stati dati senza alcun problema”. Spanò rivela anche di avere fatto la messinscena con la complicità di alcuni collaboratori. “Il risultato era sempre lo stesso, i farmaci venivano dati regolarmente e veniva stampato uno scontrino di un’altra società che corrispondeva alla farmacia di Terrana”. Spanò dice di avere inviato dei collaboratori a “farsi prescrivere dei farmaci nella guardia medica di Realmonte” per poi usarla nella parafarmacia per la acquisire prove. L’avvocato Antonino Reina, però, dopo la testimonianza sottolinea: “Ha ammesso di avere fatto un reato, ha istigato un suo collaboratore a farsi fare una prescrizione falsa da un medico”. I giudici, sulla richiesta di trasmissione degli atti alla Procura, si sono riservati di decidere. 

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