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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Tribunale

Cresta milionaria sull'accoglienza dei migranti: la prescrizione spazza via quasi tutte le accuse

I giudici emettono una sentenza di non doversi procedere: resta in piedi solo l'associazione a delinquere, la truffa non è più punibile

Il decorso del tempo spazza via quasi tutte le accuse a carico di quattro responsabili della Omnia Academy, associazione che gestiva 15 centri di accoglienza fra le province di Agrigento e Caltanissetta, accusati di avere realizzato una gigantesca truffa nella gestione dell'ospitalità.

I giudici della seconda sezione penale, presieduta da Wilma Angela Mazzara, hanno emesso una sentenza di non doversi procedere per tutti i reati di falso e truffa contestati in quanto risalenti a una decina di anni fa e, quindi, prescritti prima ancora che iniziasse il processo. Per i quattro imputati il processo continua per la sola accusa di associazione a delinquere. Si tratta di Francesco Morgante, 55 anni; Anna Maria Nobile, 51 anni; Giovanni Giglia, 59 anni e Giuseppe Butticè, 59 anni; tutti di Favara.

L'indagine scaturisce da un controllo casuale sui terminali dell'ufficio immigrazione, successivo all'arresto di un tunisino, da cui emerse che l'uomo era registrato contemporaneamente in più di un centro di accoglienza e lo Stato pagava l'ospitalità a tutte le strutture. Per gli imputati era stato disposto il divieto di contrarre con la pubblica amministrazione e l'obbligo di firma. 

L'indagine ipotizzava l'esistenza di una vera e propria organizzazione a delinquere che avrebbe truffato lo Stato attraverso la falsificazione dei registri delle presenze dei migranti in modo da ottenere il rimborso per l'ospitalità dei profughi che, in realtà, si erano già allontanati, erano stati trasferiti o, persino, finiti in carcere. Ipotizzata anche una truffa nei rimborsi delle spese sostenute per l'accoglienza degli immigrati come ad esempio le forniture di viveri e vestiario. 

A sollecitare una sentenza di "non doversi procedere per avvenuta prescrizione" erano stati sia il pubblico ministero Gloria Andreoli che i difensori degli imputati, gli avvocati Daniela Posante e Antonella Arcieri.

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