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Cronaca

Green pass a 100 euro, la Guardia di finanza scopre la nuova truffa social

Promettevano - con la formula "soddisfatti  o rimborsati" -  di fornire certificati verdi autentici, muniti di codici QR idonei a superare i controlli imposti dalle norme

Promettevano - con la formula "soddisfatti  o rimborsati" -  di fornire green pass autentici, muniti di codici QR idonei a superare i controlli imposti dalle norme vigenti. E lo facevano vantando una presunta complicità con il personale sanitario e chiedendo il pagamento rigorosamente in criptovalute. Ha toccato anche la Sicilia l'inchiesta del dipartimento Frodi e Tutela del consumatore – Cybercrime della Procura della Repubblica di Milano. Inchiesta sviluppata dai finanzieri del nucleo speciale Tutela privacy e Frodi tecnologiche. 

La Guardia di finanza si è avvalsa di strumenti di investigazione Bot e Avatar, di ultimissima generazione, messi in campo anche grazie all’ausilio fornito dal team di investigazioni informatiche di Group-IB, partner tecnologico di Interpol ed Europol, combinati a un innovativo e dinamico monitoraggio “real time” della rete e all’applicazione di tecniche di indagine all’avanguardia. Sono stati così individuati e perquisiti diversi cittadini in Veneto, in Liguria, in Puglia e in Sicilia, amministratori degli account Telegram. 

Centinaia di green pass scaricabili online: è allarme privacy, indaga la Guardia di finanza

Le indagini hanno consentito di smascherare i membri dell’organizzazione criminale - i quali hanno immediatamente ammesso le proprie responsabilità - ricostruirne completamente la rete della clientela e sottoporre a sequestro i profitti illeciti in criptomoneta. Bitcoin ed Ethereum erano quelle preferite. Determinante, infatti, è stato il rinvenimento sui numerosi device degli indagati – sequestrati prima e analizzati poi – di fotografie di documenti di identità e tessere sanitarie di numerosi soggetti, referti attestanti la negatività ai tamponi naso-faringei, attestazioni false di compiacimento di clienti per i green pass contraffatti e, soprattutto, chat da cui emerge, in maniera eloquente, il subdolo modus operandi adottato dall’organizzazione criminale. Numerosissimi gli utenti della rete che – allo scopo di eludere le norme a tutela della collettività emanate dal legislatore per contrastare l’evolversi della pandemia in atto – attratti dall’idea di poter acquistare un green pass senza averne titolo per un costo di 100 euro, oltre ad aver perso la somma pattuita, hanno anche superficialmente
condiviso i propri documenti di identità, esponendosi a elevati rischi circa un utilizzo illecito dei certificati verdi. 

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