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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

"Sono un maresciallo dei carabinieri della Procura, deve pagare la multa": era però una truffa, arrestato 38enne

La 68enne di Realmonte, per regolarizzare la sua posizione, ha sborsato 700 euro in totale. All'ultimo versamento previsto, da 150 euro, si sono fatti trovare i carabinieri. Denunciato il 45enne che si spacciava quale sottufficiale dell'Arma

Si spaccia quale maresciallo dei carabinieri in servizio alla Procura di Agrigento e chiede, telefonicamente, il pagamento di una multa che l'anziana - a dire del sedicente sottufficiale - ha preso per divieto di sosta nella città dei Templi. La sanzione da pagare, prima di rischiare di perdere la Fiat Punto: l'unica macchina a disposizione della vittima che vive da sola, era di 250 euro. Soldi che la sessantottenne di Realmonte ha consegnato al collaboratore del "maresciallo dei carabinieri della Procura" che s'è presentato qualche giorno dopo davanti l'abitazione della donna. Ma dopo quell'esborso non è finita perché il "maresciallo" ha continuato a chiamare l'anziana affinché regolarizzasse la revisione, le targhe e perfino il libretto di circolazione. Nel corso di un paio di settimane, la donna ha consegnato - in quattro circostanze - un totale di 700 euro.

Dopo le ripetute richieste di essere ricevuta in Procura o alla stazione dei carabinieri di Realmonte, la 68enne non ce l'ha fatta più ed ha bussato alla caserma dei carabinieri del suo paese. Alle rimostranze della donna-vittima, il "maresciallo-truffatore" aveva, del resto, iniziato ad imporsi divenendo aggressivo e dicendo: "Noi siamo lo Stato! Se lei non paga, la macchina non la rivede! Tanto prima o poi ci si incontra ...".  

Ad ascoltare la 68enne - quando si è recata in caserma - è stato il maresciallo maggiore, comandante della stazione dell'Arma di Realmonte, Antonio Ditto. Subito, i militari hanno pianificato l'intervento e alla nuova "visita" del "collaboratore del maresciallo dei carabinieri della Procura" - che doveva prelevare altre 150 euro per regolarizzare le targhe dell'auto della donna - si sono fatti trovare anche loro. 

LA VIDEOINTERVISTA. "Possiamo aiutarvi" non è soltanto uno slogan, il capitano La Rovere: "Dovete fidarvi di noi, siamo vostri amici”

Un trentottenne di Siculiana, colui che appunto - stando all'accusa - si spacciava quale collaboratore del "maresciallo della Procura" è stato arrestato in flagranza di reato. L'ipotesi contestata è stata truffa aggravata continuata e in concorso. L'arresto è stato già convalidato e il gip del tribunale di Agrigento ha disposto a suo carico la misura dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Anche colui che si spacciava quale "maresciallo in servizio alla Procura" è stato identificato ed è stato denunciato, in stato di libertà, all'autorità giudiziaria. Si tratta di un 45enne di Agrigento. 

L'attività investigativa dei carabinieri della stazione di Realmonte e della compagnia di Agrigento non è però ancora finita. Nel più fitto riserbo, le indagini proseguono. 

"Uno dei nostri motti è: 'Possiamo aiutarvi'. Con questo fatto dimostriamo che, appunto, riusciamo ad aiutarvi - ha detto, durante la conferenza stampa, il capitano dei carabinieri della compagnia di Agrigento Marco La Rovere - . La promessa fatta un mese fa, quando si è insediato il nuovo colonello, era stata quella di essere ancora più vicini alla cittadinanza, chiedendo anche collaborazione. C'è stata collaborazione e l'Arma è riuscita ad essere più che vicina".  

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