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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Bivona

Testimoni di giustizia, revocata la protezione ad Ignazio Cutrò

Secondo la Commissione centrale del Ministero degli Interni "sono venute meno le esigenze che avevano determinato le misure nei confronti dell'imprenditore e della sua famiglia"

La Commissione centrale del Ministero dell’Interno ha revocato le misure di protezione ad Ignazio Cutrò, il testimone di giustizia di Bivona che, facendo numerose dichiarazioni, ha contribuito alle indagini che hanno portato al processo “Face – Off” sulla mafia della Bassa Quisquina.

Secondo la commissione sono venute meno le esigenze che avevano determinato le misure di protezione nei confronti di Cutrò e della sua famiglia. E’ stato il figlio dell’imprenditore, Giuseppe, a rendere nota la notizia. Ignazio Cutrò, appresa la decisione, è stato colto da malore ed è stato ricoverato in ospedale. Ieri sera è tornato a casa. A questo punto l’imprenditore di Bivona potrebbe ricorrere al Tar. Il suo legale, l’avvocato Katia La Barbera, ha infatti comunicato che una volta esaminato il provvedimento deciderà se presentare un ricorso al Tribunale amministrativo regionale del Lazio.

“Rimanendo nella sua terra d' origine – è il commento di Giuseppe Cutrò - e mantenendo la propria identità ha potuto, a differenza di altri testimoni di giustizia, lottare, divulgare ciò che accadeva e tutte le situazioni spiacevoli che si potevano incontrare nel proprio cammino. Mio padre ha fatto delle sue idee e della sua parola un megafono per chi sottostava al silenzio da anni”.

In ogni caso la commissione degli Interni ha stabilito che il servizio centrale di protezione segnali la posizione del testimone di giustizia e del suo nucleo familiare all'ufficio centrale per la sicurezza ai fini dell'adozione delle ordinarie misure di protezione. Inoltre, per eventuali impegni giudiziari, Ignazio Cutrò dovrà essere scortato.

L’operazione “Face – Off” venne condotta nel 2008 e fece luce, secondo gli inquirenti, su una serie di intimidazioni poste in essere nei confronti di imprenditori di Bivona, tra cui proprio Cutrò.

E stamani l’Associazione Nazionale Testimoni di Giustizia ha espresso “piena solidarietà e vicinanza a Ignazio Cutrò”. “A questo punto Cosa Nostra – rileva l’associazione - potrà compiere indisturbata la sua vendetta contro Ignazio Cutrò, così come ha fatto con Domenico Noviello barbaramente assassinato”.

Sulla questione è intervenuto il Movimento Cinque Stelle. “Venga ritirato subito – scrivono i pentastellati - il provvedimento di revoca del programma di protezione a Ignazio Cutrò”. “Il testimone di giustizia dell’Agrigentino – afferma il capogruppo all’Ars Matteo Mangiacavallo - rischia la vita ogni giorno per aver denunciato i soprusi della criminalità organizzata nel suo territorio, lo stesso territorio dove ha deciso di restare con tutta la famiglia, e oggi lo Stato lo abbandona, forse perché la sua è una voce scomoda”. “Se dovesse succedere qualcosa a Ignazio Cutrò e alla sua famiglia, la politica tutta – conclude Mangiacavallo - ne sarà responsabile”.

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