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"Pedinato da un fuoristrada all'uscita dal ristorante", Cutrò chiede protezione e annuncia proteste

L’ex imprenditore di Bivona sollecita un documento che attesti il reale rischio a cui sono soggetti lui e la sua famiglia

“Non ho avuto nessuna risposta e c’è molta delusione perché  stiamo vivendo questi momenti con molta paura.  Non vogliamo una scorta”. Così, dai microfoni di AgrigentoNotizie parla il testimone di giustizia Ignazio Cutrò dopo i due recenti casi sospetti di pedinamenti effettuati da ignoti e che lo stesso ex imprenditore di Bivona ha denunciato alle autorità.  

L’ultimo episodio di cui parla Ignazio Cutrò, si sarebbe verificato sabato scorso, lungo il tragitto che collega la contrada Filici di Cammarata alla contrada San Leonardo di Bivona. Nella denuncia che il legale di Cutrò ha inoltrato, tra gli altri, anche alla stazione dei carabinieri di Bivona, si legge di un fuoristrada scuro che avrebbe seguito i coniugi Cutrò dall’uscita di un ristorante fino alle porte di Bivona.

Nella denuncia, vengono descritti alcuni particolari dai quali, stando alla versione trascritta nell’esposto, si evince come il testimone di giustizia fosse certo che il fuoristrada stesse seguendo la sua macchina, inoltre, nella denuncia si ribadisce anche il rischio a cui è soggetto Cutrò dopo aver denunciato e fatto condannare i suoi estorsori, si chiede anche alle autorità di acquisire le immagini di videosorveglianza registrate dalle telecamere collocate lungo le strade percorse sabato scorso da Ignazio Cutrò.

"Sono stato pedinato", Cutrò torna ad avere paura: "Avviate le indagini"
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Il testimone di giustizia, chiede alla Prefettura di Agrigento di esprimersi, con documenti ufficiali, sul reale rischio a cui sono soggetti lui e i suoi familiari.  Se dalla sede territoriale del governo, non verrà fornita una risposta, Ignazio Cutrò, la prossima settimana, si dice pronto ad avviare una plateale azione di protesta.  “Se entro lunedì non avrò risposte – dice Cutrò – da martedì verrò ad incatenarmi davanti alla Prefettura. Voglio un documento dove si attesti – conclude il testimone di giustizia – che io e la mia famiglia non rischiamo più niente”.

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