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Cronaca Siculiana

Sisma a largo di Siculiana, l'esperto: "Inquietante, serve monitoraggio"

Mimmo Macaluso: "A largo delle coste agrigentine si sono già verificate grandi esplosioni sottomarina di gas"

"Il terremoto registrato al largo delle coste agrigentine qualche notte fa, anche se di magnitudo di 2.1, è inquietante, in quanto ricade in quel tratto di mare poco al largo di Siculiana, che nel 1845 è stato teatro di alcune esplosioni, riferite dal sacerdote Giuseppe Mercalli, che comportarono quasi l’affondamento del vascello inglese Victory ed alla intossicazione dell’equipaggio per inalazione di gas liberato in seguito a quella esplosione. Un asituazione da monitorare". Lo ha detto, al Giornale di Sicilia, Mimmo Macaluso, medico ed esperto di archeologia marina che qualche anno fa ha scoperto il vulcano Empedocle, responsabile scientifico del Wwf Sicilia Area Mediterranea. La scossa si è registrata il 29 gennaio scorso, all’1:31, al largo della costa agrigentina, con ipocentro a 15 chilometri da Siculiana e Realmonte, come hanno rilevato i sismografi dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia.

Trema la terra nell'Agrigentino, scossa di 2.1

Il rischio ipotizzato, in sostanza, è quello di possibili nuovi esplosioni sottomarine di gas che potrebbero essere favorite, secondo l’esperto, anche dalle trivellazioni in mare. Nessun allarmismo da parte di Macaluso, ma una rievocazione storica di alcuni eventi e un appello agli organi competenti a "procedere allo studio geologico del mare prospiciente le coste agrigentine" perché "la cosa – sostiene, sempre sulle colonne del Giornale di Sicilia, - comincia ad essere seria, proprio mentre le prospezioni davanti la costa di Licata hanno avuto l’ok dal Ministero". Oltre al caso di Siculiana, Macaluso cita anche altre due grandi esplosioni di gas nel mare dell’Agrigentino, una nel 1942 a Licata e un’altra nel 2007 nella zona tra Sciacca e Ribera. "Sempre nelle stesse acque, non molto distanti dal mare di Licata, attualmente oggetto di attività di prospezione finalizzata alla emunzione di idrocarburi, nel 1942 – racconta Macaluso - si verificò una grande esplosione sottomarina di gas, registrata dall’Ammiraglio De Zara. Il 10 aprile del 2007 – prosegue l’esperto – venne avvertito nelle città costiere agrigentine un forte boato, accompagnato da un forte terremoto di magnitudo 4,3 R. La mattina successiva – ricorda - abbiamo sorvolato l’area dell’epicentro, con l’elicottero della Protezione Civile ed ho potuto fotografare per la prima volta, un tratto di mare ancora sconvolto dall’esplosione di una sacca di metano. Eppure – aggiunge - nessuno ha mai provveduto ad effettuare un studio di questi fondali". 

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