"Difendermi? Ditemi prima di cosa sono accusato", Prestia fa scena muta dal gip
Il trentasettenne cognato del boss Fabrizio Messina, davanti al giudice: "Non so cosa mi state contestando, nel mandato di arresto non c'è scritto"
"Non so di cosa sono accusato, come potrei difendermi. In ogni caso mi oppongo all'estradizione". Salvatore Prestia, 37 anni, di Porto Empedocle, arrestato in esecuzione di un mandato europeo con l'accusa di avere partecipato a un tentato omicidio in Belgio, è stato interrogato questa mattina dal gip Alfonso Malato, delegato dalla Corte di appello di Palermo.
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L'empedoclino, cognato del boss Fabrizio Messina e coinvolto in passato nell'operazione antimafia "Hardom 2", difeso dall'avvocato Antonino Gaziano, ha criticato la procedura spiegando che "nel provvedimento di arresto non c'è scritto nulla circa la contestazione se non il titolo di reato. Non saprei da cosa dovermi difendere". Prestia ha, comunque, precisato che non dà il suo consenso all'estradizione.
Gli inquirenti sospettano che possa aver avuto un ruolo nel tentato omicidio, avvenuto lo scorso 28 aprile, in Belgio - di Saverio Sacco di Porto Empedocle. La polizia, ieri, ha eseguito il mandato di arresto europeo.