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Cronaca

"Tentata estorsione aggravata", restano in carcere Massimino e Militello

Il Gip non ha convalidato il fermo del quarantanovenne, muratore, visto che non c'è il pericolo di fuga. E' stata comunque applicata la custodia cautelare in cella

Convalida ed applicazione della custodia cautelare in carcere per Antonio Massimino, commerciante di 48 anni.

Il fermo di Liborio Militello, 49 anni, muratore, non è stato invece convalidato visto che non c'è il pericolo di fuga, ma è stata applicata comunque la custodia cautelare in carcere.

Lo ha stabilito il Gip del tribunale di Agrigento Francesco Provenzano che era stato delegato per rogatoria dal collega del tribunale di Palermo.

IL FATTO: "TENTARONO DI ESTORCERE SOLDI AD UN IMPRENDITORE", DUE ARRESTI

I due agrigentini sono stati sottoposti a fermo, nella tarda mattinata di martedì, su direttiva del procuratore aggiunto Maurizio Scalia e dei Pm Claudio Camilleri ed Alessia Sinatra della Procura distrettuale antimafia di Palermo, dalla Dia che è coordinata dal vice questore aggiunto Roberto Cilona. Ad entrambi sono stati contestati tre tentativi di estorsione nei confronti di un imprenditore edile che stava costruendo una palazzina in città.

Secondo l'accusa, la prima volta si sarebbe "presentato" come un appartenente alla famiglia mafiosa. La seconda, avrebbe chiesto l'assunzione di uno o più soggetti e la terza ed ultima volta, utilizzando sempre il "brand" di Cosa Nostra, avrebbe preteso una tangente - "come recupero credito" - da circa 80 mila euro.  

IL VIDEO: GLI INDAGATI VENGONO CONDOTTI IN CARCERE  

Massimino è rappresentato e difeso dall’avvocato Salvatore Pennica. Militello, invece, è difeso dagli avvocati Carmelita Danile e Nicolò Grillo. 

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