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Cronaca

“Chiese soldi a imprenditore per non bloccare appalto”, ex dirigente del Genio Civile riprova a patteggiare

Per la terza volta, dopo i pareri contrari del gup e il rinvio a giudizio, Vincenzo Caruso punta ad un accordo tra le parti ma i giudici si riservano di decidere 

Terza richiesta di patteggiamento da parte dell’ex dirigente dell’ufficio del Genio civile Vincenzo Caruso, accusato di aver chiesto soldi a un imprenditore per non bloccare un appalto. I primi due tentativi non erano andati a buon fine durante le udienze preliminari dal gup ma adesso la proposta di patteggiamento a 2 anni di reclusione viene avanzata al tribunale in apertura di dibattimento. 

I giudici si sono riservati di decidere e alla prossima udienza potrebbero sciogliere la riserva.

Vincenzo Caruso, 64 anni, è assistito dagli avvocati Walter Tesauro e Vincenzo Caponnetto. Il rinvio a giudizio era stato deciso per il reato di tentata concussione.

L’imprenditore a cui Caruso avrebbe chiesto denaro, secondo la tesi accusatoria, si chiama Dario Stincone ed è originario di San Cataldo. È assistito dall’avvocato Salvatore Burgio e si è costituito parte civile. Lo stesso impresario e la Procura si sono opposti alla richiesta di patteggiamento. Prima di sciogliere la riserva, i giudici esamineranno i verbali relativi alle precedenti richieste di patteggiamento avanzate dalla difesa prima del rinvio a giudizio dell’imputato. 

L’appalto in questione riguarda i lavori di consolidamento di viale Trieste ad Acquaviva. Caruso era direttore dei lavori e, secondo la tesi accusatoria, avrebbe chiesto all’imprenditore prima 70 mila euro per delle “competenze tecniche” per poi abbassare le sue pretese a circa 15 mila euro. Inoltre avrebbe anche suggerito l’assunzione di un carpentiere.

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