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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

"Il Parco vuole rialzare il telamone falso", scatta interrogazione: ma è una fake news

Si è diffusa l'idea sui social che l'operazione di anastilosi (che anastilosi non è) riguardi la copia presente nei pressi del tempio di Giove, ma il progetto fuga ogni dubbio

Dopo le polemiche e i botta e risposta, arriva anche un'interrogazione parlamentare. Al centro di tutto il progetto di musealizzazione dell'area del tempio di Zeus olimpio con annessa "verticalizzazione" del teleamone che sta provocando un vespaio di polemiche inaudito soprattutto perché, non si capisce bene come, ci si è convinti che oggetto delle “cure” sarà non un vero telamone, ma la copia presente nella Valle realizzata dall’Opificio pietre dure di Firenze.

Una “fake news” che ha preso immediatamente piede e  si è trasformata anche in una interrogazione: il deputato regionale del Movimento 5 Stelle Giovanni Di Caro, chiede adesso che l'assessore regionale Alberto Samonà risponda “in merito all’anastilosi, il restauro e la musealizzazione della copia del Telamone nella Valle dei Templi di Agrigento”.

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In realtà è già la relazione tecnica allegata al progetto (e in realtà persino l'atto che prenota le somme per il cantiere, da un valore complessivo di mezzo milione di euro e che coinvolgerà anche la musealizzazione di un grande architrave) spiegano che gli interventi riguarderanno solo e soltanto parti originali: tutti i blocchi sono stati infatti già oggetto di studio da parte dell’Istituto Archeologico Germanico di Roma già nel 2005, che oltre a catalogarli ha potuto fornire alcune importanti indicazioni sull’effettiva struttura del colossale tempio di Giove Olimpico. Non si tratterà tra l'altro di un'anastilosi vera e propria: i blocchi del telamone saranno infatti collocati in una struttura verticale senza che sia realmente riassemblato il "gigante".

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In particolare, intorno a quanto resta di uno dei più grandi monumenti dell'antichità sono stati individuati oltre 90 frammenti riconducibili ad almeno 8 diversi telamoni. Tutti sono numerati e persino individuati su mappa e, altra cosa certa, tutti versano in cattive condizioni di conservazione.

Uno degli obiettivi del progetto, infatti, è anche la protezione di questo materiale, che in larga parte presenta pesanti segni di deterioramento. Tutto verrà spostato a monte dell’area del tempio e sarà anche dotato di una copertura che ridurrà l’impatto degli elementi atmosferici. L'immagine che dovrebbe apparire ai visitatori, dicono dal Parco, è quella che potevano avere i viaggiatori che arrivavano ad Agrigento secoli fa.

Nel progetto si prevede, inoltre, di proteggere e ordinare altri reperti particolarmente importanti del tempio e la ricostruzione a terra della trabeazione e cornice del tempio, in modo tale da offrire un’idea più concreta delle dimensioni di questo importante monumento.

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