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Cronaca Aragona

Tariffe idriche forfettarie, la Cassazione "boccia" il Comune: "Sono illegittime"

La Suprema Corte ha accolto le istanze dell’utente riconoscendogli il diritto al rimborso dei canoni pagati negli ultimi anni, per un importo di circa 2.500 euro 

La Corte di Cassazione boccia, ancora una volta, il Comune di Aragona: le tariffe idriche sono illegittime. È di alcuni giorni fa l'ordinanza della Suprema Corte di Cassazione che, per l’ennesima volta, ha dichiarato illegittima la tariffa idrica imposta dal Comune di Aragona.

I fatti

Un aragonese, patrocinato dall’avvocato Giuseppe Farruggia, ritenendo ingiusto quanto richiesto dal Comune, gestore del servizio idrico, ha fatto ricorso al giudice di pace di Agrigento che ha accolto le istanze dell’utente. La sentenza del giudice di pace tuttavia è stata riformata in tribunale che accoglieva l’appello proposto dal Comune. L’utente ha fatto ricorso, dunque, alla Corte di Cassazione che, cassando la sentenza del tribunale di Agrigento, ha accolto tutte le istanze dell’aragonese riconoscendogli il diritto al rimborso dei canoni idrici pagati negli ultimi anni, per un importo di circa 2.500 euro. 

“Molteplici gli aspetti di illegittimità nell’operato del Comune, evidenziati dalla Corte di Cassazione, – ha spiegato l’avvocato Giuseppe Farruggia – . In primo luogo, quello relativo alla tariffa forfettaria: tutti gli utenti, a prescindere dalla tipologia, nonché dalla acqua effettivamente consumata, pagano lo stesso importo, con evidente disparità di trattamento. L’utente, al contrario, dovrebbe pagare in proporzione al consumo effettivo rilevato dal misuratore idrometrico. In secondo luogo, le modalità di erogazione dell’acqua: soltanto due giorni la settimana per poche ore, contravvengono al regolamento che il Comune si è autoimposto e che prevede l'erogazione dell’acqua 'a deflusso libero'. Infine, nonostante le ingenti somme che periodicamente l’ente impegna, - aggiunge il legale Giuseppe Farruggia - l’autorità giudiziaria ha, ancora una volta, ritenuto carente il servizio di depurazione”.

Il recente provvedimento della Corte di Cassazione sembra essere arrivato a proposito in questo periodo, in cui il Comune, ritenendo di non doversi adeguare alle numerose pronunce giurisprudenziali, non solo ha continuato ad applicare le tariffe forfettarie, ma – probabilmente per colmare disavanzi di bilancio – sta inviando alla totalità degli utenti una “diffida di pagamento” per un presunto conguaglio per il canone idrico relativo agli anni 2016-2017. “Alla luce della giurisprudenza maturata – ha conclude l’avvocato Farruggia – le pretese del Comune con la 'diffida di pagamento canone idrico e messa in mora' è da ritenersi oltre che illogica, del tutto illegittima e non dovuta”. 

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