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Mercoledì, 7 Giugno 2023
Cronaca

Due su due: il Tar "boccia" anche la nuova ordinanza di Micciché, adesso si torna in classe

Il sindaco di Agrigento aveva disposto una nuova applicazione della Dad in forza di una circolare della Regione, ma il giudice amministrativo ha cassato tutto. Post polemico dell'assessore Picarella: "Qualcuno non poteva rinunciare al burraco". Il Codacons: "I cittadini non si offendono, si dimetta"

Due su due. Il Tribunale amministrativo regionale siciliano, accogliendo un nuovo ricorso proposto da alcuni cittadini, ha cassato anche la nuova ordinanza del sindaco di Agrigento Franco Miccichè, stoppando il ricorso alla Dad imposto nei giorni scorsi dopo la proclamazione della "zona arancione". La precedente ordinanza, quella firmata dal primo cittadino insieme a numerosi altri colleghi della Sicilia in aperto contrasto con le decisioni della Regione e dello Stato era stata già cassata, anche se con motivazioni diverse.

Questa volta i giudici amministrativi, infatti, preso atto della dichiarazione di "zona arancione" da parte del presidente Musumeci hanno infatti precisato che "né l’ordinanza del presidente della Regione - il cui articolo 2 sembrerebbe estendere alle zone arancioni la facoltà di cui all’art. 1, co. 4, del D.L. 06/08/2021, n. 111, ma appare non tenere conto della modifica all’originario testo del decreto legge introdotta in sede di conversione, nel senso della limitazione alle sole zone rosse della possibilità di adozione di provvedimenti in deroga alle prescrizioni nazionali - nè la direttiva interassessoriale – per altro probabilmente adottata in attuazione della citata Ordinanza n. 1/2022 - possono attribuire un potere amministrativo escluso dalla normativa nazionale in materia di attività scolastiche in periodo di emergenza sanitaria da Covid19".

Quindi, in sintesi, i sindaci non possono disporre la chiusura delle scuole in "zona arancione", ma solo in "zona rossa", nemmeno con parere motivato da parte dell'Azienda sanitaria provinciale come era avvenuto ad Agrigento e non solo.

Quindi nel capoluogo si torna in classe già domani, ma la conseguenza a catena su tutti gli altri comuni della provincia che hanno adottato simili provvedimenti non si dovrebbe fare attendere. Si sceglierà la linea della disobbedienza o saranno revocate le ordinanze?

Il sindaco di Favara: "La Regione non lasci soli i Comuni"

Sulla questione è intervenuto anche il sindaco di Favara, Antonio Palumbo. 

“I sindaci - ha detto - non possono essere lasciati da soli dalla Regione a fronteggiare l’emergenza Covid. Non è possibile che i primi cittadini debbano assumersi la responsabilità di atti che vengono poi impugnati dai Tribunali, ma che vengono ritenuti necessari da parte degli organismi sanitari e indicati dall’Assessorato regionale alla Salute. Non è più tollerabile - conclude - che i Comuni debbano poi sostenere e organizzare servizi che poi è la stessa Regione a bloccare con scelte scriteriate”.

L'assessore Picarella attacca: "Qualcuno non poteva rinunciare al burraco". Il Codacons: "Si dimetta"

"Domani si torna in classe con tutte le difficoltà del caso (aule piccole, distanziamento ecc.) solo perché qualcuno non poteva rinunciare alla partita di Burraco". Un post, pubblicato sulla propria pagina Facebook, dell'assessore Francesco Picarella, scatena la polemica.

Il vice presidente del Codacons, Giuseppe Di Rosa, lo attacca e ne chiede le dimissioni. "Una sentenza - si legge in una nota - va rispettata e non ridicolizzata. I cittadini non vanno offesi, si dimetta". 

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