"Tangenti all'Agenzia delle Entrate", il giudice prende tempo: sentenza martedì
Il gup era pronto ad emettere il verdetto a carico di ventiquattro imputati, poi la decisione "per fare una camera di consiglio più serena possibile"
Era attesa per questo pomeriggio alle 15, poi la previsione è stata posticipata di un’ora e infine la sentenza è slittata a martedì mattina alle 9. Il giudice dell’udienza preliminare Giuseppe Miceli non ha voluto forzare i tempi della camera di consiglio dei due filoni del processo scaturito dall’inchiesta “Duty free” che ipotizza un giro di tangenti all’Agenzia delle Entrate in cambio di favori e annullamenti di sanzioni tributarie.
Per tutta la mattinata di ieri c’è stata prima la replica del pm Andrea Maggioni e di alcuni difensori dello stralcio abbreviato del processo (undici gli imputati, l’accusa ha chiesto 8 condanne e 3 assoluzioni), poi alcuni interventi difensivi per i tredici imputati dell’udienza preliminare nei cui confronti il giudice dovrà decidere se disporre il rinvio a giudizio o il non doversi procedere.
Ad attendere il verdetto anche alcuni dei principali imputati, fra cui l’imprenditore Marco Campione (che nel dicembre di due anni fa finì ai domiciliari prima che riesame e Cassazione annullassero l’ordinanza) e il consulente del lavoro Antonio Vetro. Dopo ore di attesa il giudice ha deciso di posticipare la lettura “per fare una camera di consiglio il più serena possibile”.