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Cronaca

Arriva la mini-quarantena: cosa cambia per isolamento e tamponi

Si va verso l'isolamento di 3-5 giorni, ma forse non subito e non per tutti: a gennaio potrebbe non essere sempre necessario il test negativo per uscire di casa alla fine del periodo di quarantena. Attesa per il parere del Cts, poi il Consiglio dei ministri

Cambierà la durata della quarantena, forse non solo per chi ha già fatto la terza dose di vaccino: il governo ha convocato sul tema il Comitato tecnico scientifico (Cts) per domani, mercoledì 29 dicembre. Le regole attuali prevedono la quarantena dai 7 ai 10 giorni (a seconda dello stato vaccinale) anche per quei soggetti che hanno ricevuto 3 dosi di vaccino. Si fa strada la possibilità di un'ulteriore riduzione dell'isolamento, in primis per chi ha ricevuto l'ultima dose booster, ma non solo. L'ultimo Consiglio dei ministri del 2021 dovrà prendere nuove misure contro l'andamento al galoppo di Omicron.

Omicron: quarantena ridotta a 5 giorni con terza dose? E' l'ipotesi principale 

La variante Omicron ha tempi di incubazione ridotti (3 giorni circa contro i 5 di Delta) e per questo Speranza e Draghi valuteranno come e quando tagliare la quarantena. Ma prima di diffondere la circolare con il taglio "ufficiale", il passaggio dal Cts è d'obbligo. Gli esperti si riuniranno domani e cercheranno anche di capire quante sono le persone colpite da Omicron ricoverati nei reparti ospedalieri italiani. I tempi non dovrebbero essere lunghi: in caso di parere positivo del Cts si proporrà il cambiamento alla presidenza del Consiglio ed entro fine settimana la circolare potrà già essere pubblicata.

Oggi la quarantena per chi ha avuto un contatto sospetto ed è vaccinato è di 7 giorni, mentre per coloro che non hanno ricevuto alcuna dose è di 10 giorni. Ovviamente verrà mantenuta una distinzione a seconda dello status vaccinale e probabilmente si terrà anche conto di chi ha ricevuto il booster, che sarà equiparato a chi ha ricevuto due dosi da meno di quattro mesi. Queste persone potranno rispettare la quarantena più breve, probabilmente di 5 giorni (forse addirittura solo 3 giorni, secondo il Sole 24 Ore). I non vaccinati e chi ha concluso da tempo la prima parte del ciclo dovranno invece attendere più a lungo, 7 giorni. 

Potrebbe esserci anche un’altra novità in vista secondo il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri: "Probabilmente per chi ha fatto il booster o ha ricevuto da poco la seconda dose non sarà necessario il tampone per poter uscire di casa alla fine del periodo di quarantena". Discorso che sarà valido solo per gli asintomatici, secondo le ipotesi rilanciate oggi da alcuni quotidiani. 

Le date non sono ancora decise. C'è infatti chi frena. Il governo potrebbe decidere di aspettare i primi giorni del 2022 (o forse il 10 gennaio) per rendere operative le modifiche. Una cosa però sembra decisa: oltre a questo il governo non si spingerà. L'attenzione resta altissima. Ieri le autorità hanno contato 503 ricoverati in più nei reparti di medicina e 37 nelle terapie intensive. Quello che Speranza e il Cts non vogliono correre è il rischio, scrive oggi la Stampa, di aggirare il problema abrogando del tutto la quarantena per i contatti stretti dei positivi. Una soluzione ieri sollecitata dal governatore ligure Giovanni Toti: "Tra qualche settimana rischiamo di avere il Paese paralizzato". La pensa come lui il governatore friulano - nonché presidente della Conferenza delle regioni - Massimiliano Fedriga, che però la quarantena si limiterebbe a cancellarla solo per chi ha fatto la terza dose. Dibattito apertissimo e in divenire.

"Per chi non è vaccinato la quarantena è di 10 giorni. Per chi ha già fatto due dosi è di 7. Non saremmo credibili nell'invitare a fare il richiamo se non fossimo convinti che il booster dà una maggiore protezione". E considerato che "il 78% dei cittadini è vaccinato con due dosi, il 10% circa non ne ha avuta alcuna, il 30 ha già avuto la terza dose di richiamo, una differenziazione a questo punto va fatta". Nel senso che "per chi ha il booster si puà prevedere una quarantena inferiore ai sette giorni".Così il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, fa il punto in un'intervista al Corriere della Sera sulla durata della quarantena per chi ha già fatto la terza dose di vaccino anti-Covid. "Il booster protegge da Omicron? Le evidenze scientifiche ci dicono di sì", dice ancora Costa che sul boom di nuovi casi precisa: "I contagi aumentano ma le conseguenze sono meno gravi. E gli scienziati ci dicono che è minore anche la possibilità di morire o finire in terapia intensiva, ma anche di contrarre la malattia. E poi i dati vanno letti bene". Perchè "occorre fare una discriminaizone tra i contagiati e i ricoverati. E' chiaro che l'incremento importante dei contagi dipende anche dal fatto che facciamo molti più tamponi rispetto allo scorso anno". Quanto all'ipotesi di una quinta ondata a febbraio, "è presto per dirlo", chiarisce il sottosegretario alla Salute che evidenzia: "Rispetto all'anno scorso abbiamo i vaccini. E quindi la curva di ricoveri, terapie intensive e decessi è molto più bassa", conclude.

2-3 milioni di persone bloccate a casa

La variante sta facendo crescere il numero di casi in modo esponenziale in alcune regioni. La settimana tra lunedì 20 e domenica scorsa è stata quella con più nuovi positivi nella storia della pandemia (258.143) e ha segnato un aumento del 57% rispetto alla precedente. Di certo la crescita non è finita, Omicron è sicuramente già prevalente in Umbria, Toscana e Lombardia, che hanno più che raddoppiato i contagi, ma non ancora in altre. Oggi in Italia ci sono almeno (è la stima per difetto di Repubblica) 2-3 milioni di persone bloccate a casa, tra contagiati e i loro contatti. Il problema dell’aumento delle persone, vaccinate con tre dosi, ma in quarantena perché contatti di positivi "lo stiamo vivendo negli ospedali dove già c’è una carenza di operatori, medici e infermieri, in isolamento a casa. Questo sta creando delle difficoltà all’attività lavorativa già sotto stress", conferma al quotidiano romano Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma.

Aerei, treni, navi, bus, metropolitane, autotrasporto, grande distribuzione, scuole, servizi per l’infanzia, forze dell’ordine potrebbero andare in tilt nel giro di pochi giorni se il numero dei nuovi casi e, conseguentemente dei loro contatti diretti, continuerà a crescere a questo ritmo: gli attuali 458.000 attualmente positivi si portano dietro almeno quattro persone a testa, il che vuol dire almeno due milioni di italiani costretti alla quarantena. Ma è numero assolutamente per difetto (e comunque destinato a raddoppiare in due settimane) per un motivo ormai acclarato: il tracciamento è saltato e dunque (tolti i familiari conviventi o i colleghi di lavoro in un ambiente piccolo e limitato, ma nemmeno sempre) è impossibile sapere quanti e quali altri contatti diretti dovrebbero rimanere in isolamento, a questo punto affidato al senso di responsabilità di ciascun cittadino.

Per gli esperti del sito CovidTrends calcolando il rapporto fra il totale dei casi e i soli test molecolari il tasso di positività ieri in Italia era del 18,7%. Virus ampiamente fuori controllo, e col tracciamento saltato siamo entrati in una nuova fase. Basti pensare che un virus durante un'epidemia è considerato sotto controllo quando il tasso di positività dei tamponi è inferiore al 5%. Con la variante Omicron si stima di poter arrivare a dieci milioni di persone in isolamento tra gennaio e febbraio se non cambieranno a breve le regole. Regole attuali che val la pena riepilogare, perché fino all'eventuale nuova circolare del Ministero della Salute, sono quelle che fanno fede. E, ogni giorno che passa, riguardano nuove centinaia di migliaia di persone, tra positivi e contatti.

Come funziona a oggi la quarantena

Ad oggi, come funziona la quarantena? Cos'è un 'contatto stretto' e cosa fare in caso di incontro a rischio? E qual è la differenza tra quarantena e isolamento? Un contatto di un caso covid è qualsiasi persona esposta a un caso probabile o confermato in un lasso di tempo che va da 48 ore prima dell'insorgenza dei sintomi fino a 14 giorni dopo o fino al momento della diagnosi e dell'isolamento del caso. Se il caso non presenta sintomi, si definisce contatto una persona che ha avuto contatti con il caso indice in un arco di tempo che va da 48 ore prima della raccolta del campione che ha portato alla conferma e fino a 14 giorni dopo o fino al momento della diagnosi e dell'isolamento del caso.

Il 'contatto stretto' (esposizione ad alto rischio) di un caso probabile o confermato è definito come: una persona che vive nella stessa casa di un caso covid; una persona che ha avuto un contatto fisico diretto con un caso covid; una persona che ha avuto un contatto diretto non protetto con le secrezioni di un caso covid (ad esempio toccare a mani nude fazzoletti di carta usati); una persona che ha avuto un contatto diretto (faccia a faccia) con un caso, a distanza minore di 2 metri e di almeno 15 minuti; una persona che si è trovata in un ambiente chiuso (ad esempio aula, sala riunioni, sala d'attesa dell'ospedale) con un caso in assenza di protezione (mascherine) idonei; un operatore sanitario o altra persona che fornisce assistenza diretta a un positivo oppure personale di laboratorio addetto alla manipolazione di campioni di un caso covid senza l’impiego dei DPI raccomandati o mediante l’utilizzo di DPI non idonei; una persona che ha viaggiato seduta in treno, aereo o qualsiasi altro mezzo di trasporto entro due posti in qualsiasi direzione rispetto a un caso covid; sono contatti stretti anche i compagni di viaggio e il personale addetto alla sezione dell’aereo/treno dove il caso indice era seduto.Per contatto a basso rischio si intende una persona che ha avuto una o più delle seguenti esposizioni:

Per 'contatto a basso rischio', si intende una persona che ha avuto un contatto diretto (faccia a faccia) con un caso covid, ad una distanza inferiore ai 2 metri e per meno di 15 minuti; una persona che si è trovata in un ambiente chiuso (ad esempio aula, sala riunioni, sala d'attesa dell'ospedale) o che ha viaggiato con un positivo per meno di 15 minuti; un operatore sanitario o altra persona che fornisce assistenza diretta ad un caso oppure personale di laboratorio addetto alla manipolazione di campioni di un caso, provvisto di DPI raccomandati; tutti i passeggeri e l’equipaggio di un volo in cui era presente un positivo, ad eccezione dei passeggeri seduti entro due posti in qualsiasi direzione rispetto al caso covid, dei compagni di viaggio e del personale addetto alla sezione dell’aereo/treno dove il caso indice era seduto che sono infatti classificati contatti ad alto rischio.

Cosa fare e chi chiamare oggi in caso di contatto con un positivo

I contatti stretti di un caso confermato devono allertare il proprio medico, che avviserà o fornirà tutte le indicazioni per contattare il Dipartimento di prevenzione della ASL o ATS competente per territorio che disporrà la quarantena e la sorveglianza. In linea generale, possono rientrare in comunità dopo un periodo di quarantena della durata di almeno 7 o 10 giorni (a seconda dello stato vaccinale) dall’ultima esposizione al caso, al termine del quale risulti eseguito un test antigenico o molecolare con risultato negativo. Al termine del periodo di quarantena la persona potrà rientrare al lavoro e il periodo di assenza potrà essere coperto dal certificato medico. Al rientro la persona dovrà contattare il medico competente della sua azienda per ulteriori informazioni.

Nel caso in cui si venga identificati come 'contatto stretto' di caso confermato, nessun test con esito negativo permette di essere esonerati dal sottoporsi a un periodo di quarantena della durata di almeno 7 o 10 giorni (a seconda dello stato vaccinale) dall’ultima esposizione con un test antigenico o molecolare negativo. La quarantena si attua ad una persona sana (contatto stretto) che è stata esposta ad un caso covid, con l’obiettivo di monitorare i sintomi e assicurare l’identificazione precoce dei casi. L’isolamento consiste nel separare quanto più possibile le persone affette da covid da quelle sane al fine di prevenire la diffusione dell’infezione, durante il periodo di trasmissibilità.

Gli Usa riducono la quarantena 

I centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) hanno ridotto la durata dell'isolamento per le persone che risultano positive al Covid-19 da 10 a cinque giorni se asintomatici. La riduzione segue la decisione del Cdc della scorsa settimana di ridurre il periodo di isolamento per gli operatori sanitari contagiati se asintomatici. Allo stesso modo, i responsabili sanitari hanno ridotto la durata della quarantena per le persone esposte al virus a cinque giorni se sono vaccinate; se hanno fatto il booster non dovranno sottoporsi a quarantena salvo eccezioni. Il direttore del Cdc Rochelle Walensky ha affermato che il Paese sarà colpito da un alto numero di casi di Omicron. "Non tutti questi casi saranno gravi. In effetti molti saranno asintomatici", ha detto all'Ap. "Vogliamo assicurarci che ci sia un meccanismo attraverso il quale possiamo continuare a far funzionare in sicurezza la società mentre seguiamo la scienza".

(fonte Today)

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