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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Caltabellotta

Struttura residenziale per positivi al Covid, c'è l'accordo: ecco dove verrà aperta

Nei due immobili - con 24 e 12 posti letto disponibili - verranno ospitati i pazienti che non necessitano di assistenza ospedaliera

Il contratto di comodato d’uso gratuito è stato firmato. Ed è stato ritenuto “immediatamente esecutivo”. Il centro servizi sociali Rizzuti Caruso – “Sacro Cuore” di Caltabellotta verrà adibito a struttura residenziale per positivi al Covid-19 che non necessitano di assistenza ospedaliera. A sottoscrivere l’accordo – che durerà un anno – è stato il commissario straordinario dell’Asp Mario Zappia e il commissario straordinario e legale rappresentante del centro Servizi sociali Rizzuti Caruso – “Sacro Cuore” di Caltabellotta: Antonino Mistretta.

All’Asp sono stati concessi, in comodato d’uso gratuito appunto, i locali di via Roma numero 27 e di via Colonnello Vita, 16. Locali che verranno “temporaneamente adibiti a strutture residenziali per soggetti Covid positivi – è stato scritto nel contratto di comodato d’uso – che non necessitano di assistenza ospedaliera”. Il comodatario, l’Asp in sostanza, si è obbligata alla restituzione degli immobili del Centro servizi sociali Rizzuti Caruso dandone preavviso entro il termine di 30 giorni dal rilascio, “fatta salva in ogni caso la possibilità di rinnovo nell’ipotesi del persistere delle esigenze di pubblico interesse o di urgenti necessità legate allo stato emergenziale da Covid-19, in ragione – è stato previsto – dei provvedimenti del governo regionale o nazionale”. Nel contratto è stato anche previsto che il comodatario si assume l’impegno ad eseguire a proprie spese gli interventi di manutenzione ordinaria necessari all’utilizzo immediato dei 24 posti letto disponibili nell’immobile di via Roma e dei 12 posti letto disponibili nella sede di via Colonnello Vita.

A prevedere questa strada è stato il decreto “Cura Italia” che, per lo stato di grave emergenza epidemiologica a causa del diffondersi della pandemia, ha concesso la possibilità alle regioni di poter attivare, anche in deroga ai requisiti autorizzativi e di accreditamento, aree sanitarie anche temporanee sia all’interno che all’esterno di strutture di ricovero, cura, accoglienza e assistenza, pubbliche o private. 

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