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Sabato, 20 Aprile 2024

Licata è sconvolta per la strage familiare, il parroco: "Serve il dialogo per comprendersi e volersi bene"

Il quarantottenne si è sparato a pochi passi dalla chiesa di San Giuseppe Maria Tomasi

"Serve il dialogo, ma soprattutto è necessaria tanta cultura nuova per realizzare un colloquio, comprendersi e volersi bene. Ogni problema che viene fuori deve essere portato su un tavolo per essere discusso. Credo che sia mancato questo: un linguaggio di cultura giusta che possa far vivere una famiglia nella serenità". Lo ha detto padre Totino Licata, parroco della chiesa San Giuseppe Maria Tomasi in merito alla strage familiare verificatasi in contrada Safarello. Il sacerdote ha ricostruito che i tre fratelli, prima, vivevano tutti nello stesso palazzo, ognuno in un piano. "Poi, la sorella è andata via, trasferendosi nelle case del marito - ha spiegato - e poi proprio Angelo Terrasi si è trasferito nella casa di campagna. Cosa sia successo di recente non so" - dice il prete - .

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Il quarantottenne si è suicidato a pochi passi dalla parrocchia e l'allarme si è innescato quando i licatesi, abitanti in via Guido d'Arezzo, hanno visto arrivare l'elisoccorso del 118. "Quando è arrivato l'elisoccorso abbiamo capito che qualcosa di terribile era successo e abbiamo cercato tutti, subito, di capire chi erano le persone coinvolte - ha confermato il prete della parrocchia San Giuseppe Maria Tomasi - . Licata ha bisogno di vivere più serenamente perché fatti esterni, come il Covid, ci hanno portato ad un allontanamento totale dal convivere sereni. Questo è veramente grave, dobbiamo ritornare ad essere sereni".

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